Adorazione Eucaristica (18°)
tratto dal libro “Adorazione” di P Serafino Tognetti
continua …
Adorazione come sguardo
Quando noi facciamo l’adorazione davanti al Santissimo, siamo come davanti ad un sole che si irradia; non siamo lì per dirgli i nostri bisogni (li sa già), non siamo lì per ricordare al Signore di essere buono (lo è già perché è la pietà infinita), non siamo lì per ottenere un intervento (è Lui l’intervento). Certo, il Signore dice “bussate e vi sarà aperto” (Mt 7,7), ma per prima cosa andiamo a Lui per sottometterci al suo sguardo. L’adorazione è fare spazio per riceverlo. Addirittura, secondo san Giovanni della Croce, Dio crea guardando. Io mi sottopongo al suo sguardo ed Egli
guardandomi mi crea. In che senso? Guardandomi porta la sua presenza in me.
Tra noi uomini non esiste solo la comunicazione verbale, ma anche quella visiva. Lo sguardo tende ad entrare dentro la persona, in un certo senso a possederla.
Mi piacerebbe fare una prova: mettere due persone di fronte a guardarsi fissi negli occhi e vedere quanto tempo resistono; dopo un po’, forse qualche istante soltanto, uno dei due non resisterà e
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dovrà abbassare o spostare lo sguardo. Se invece chiedo alle stesse persone di