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Risposte a Domande e Dubbi sull’Adorazione Eucaristica

turiferario1- Dio è spirito quindi perché non adorarLo solo in spirito? perché non adorarLo quando si è tra i boschi in silenzio, ecc ?
Perché allora adorarLo anche nell’Eucaristia?

Dio è spirito ma si è incarnato in Gesù e Gesù ci ha lasciato la sua presenza nell’Eucaristia. Per l’altro, è vero che la presenza di Dio pervade tutto il creato e anche oltre il creato, ma è una presenza si potrebbe dire diffusa invece nell’Eucaristia si fa presente di un modo concreto nel Figlio e non avendo divisione in Dio, cioè essendo un unico Dio, quando adoriamo Gesú, vero uomo e vero Dio, presente nel Santissimo Sacramento (‘Eucaristia) stiamo adorando il Padre e lo Spirito Santo insieme al Figlio. Quindi, adoriamo Dio nel modo in cui Lui stesso è voluto essere adorato. Oltre al memoriale della Sua Passione e alla comunione con Lui nel Sacro Banchetto, nell’Ultima Cena il Signore Gesù ci lasciò la Sua Presenza nell’Eucaristia, presenza unica, localizzabile, concreta perché noi avessimo la Sua Persona anche corporalmente (sacramentalmente) con noi, rimanendo così sempre con noi fino alla fine del mondo.

 

2 – Durante la consacrazione viene detto “Prendete e mangiate…..prendete e bevete”, perché allora adorarLo?

L’Eucaristia ci è stata data per essere celebrata e contemplata, adorata, per la semplice ragione che è il Signore Gesù in corpo, anima e divinità, cioè nella sua completa umanità e nella sua divinità. La sua divinità esige la nostra adorazione. Sant’Agostino, Padre della Chiesa, mille seicento anni fa disse: “Nessuno mangia questa carne senza prima adorarla; peccheremmo se non la adorassimo”.

 

3 – Non è sufficiente la Messa dove si adora il Signore e Lo si riceve nell’Eucaristia, perché adorarLo allora al di fuori della Messa?

Perché l’adorazione fuori della Messa permette di intensificare, approfondire, prolungare e anche preparare quei momenti di adorazione vissuti nella Messa.

 

4 – E’ la stessa cosa adorare il Santissimo Sacramento davanti al tabernacolo chiuso o quando invece è esposto ? Perché esporLo ?

Non è lo stesso e questo lo capisce chi adora. Il Santissimo Sacramento è sacramento, vuol dire che il Signore si presenta in un modo corporeo, fisico perché noi possiamo identificare la Sua Presenza. Detto questo in termini metafisici noi abbiamo esperienza sensibile degli accidenti per arrivare alla sostanza che non percepiamo. La sostanza è la Persona di Cristo in tutta la Sua umanità e in tutta la Sua Divinità. Noi sappiamo che Lui è lì presente, davanti ai nostri occhi perché vediamo la Sacra Ostia. Ovviamente se non la vediamo comunque Lui è sempre presente nel tabernacolo. Ma questa differenza è importante perché rientra nella condiscendenza di Dio, del Verbo Eterno che si è fatto uomo e ci ha lasciato Lui stesso nel Pane Eucaristico. E’ parte del suo abbassamento, della Sua kenosi. Se rimaneva soltanto nel piano spirituale ovviamente sarebbe stato molto diverso per noi. Ma così noi abbiamo la Presenza del Signore localizzabile nel tempo e nello spazio. Se noi la nascondiamo pur rimanendo presente non è lo stesso per noi e, per ragione di quella condiscendenza voluta da Lui, sempre per riguardo di noi creature fatte di materia e spirito, è lecito pensare che l’effetto della sua presenza non sarebbe uguale.

 

5 – A volte all’adorazione si pone un limite di tempo perché ci sono prima molte altre cose da fare così ci si riduce molte volte a rinunciare anche solo per pochi minuti all’incontro personale col Santissimo Sacramento, è giusto ?

Non è per niente giusto. Non c’è tempo meglio speso che il tempo che noi passiamo con il Signore in adorazione. Ricordiamo le sue parole rivolte a Marta, la sorella di Maria, perché anziché preoccuparsi di servire lui Maria rimaneva ai piedi di Gesù contemplandolo e ascoltando la sua parola: “Marta, Marta, tu ti affanni e sei agitata per molte cose, ma una cosa sola è necessaria. Maria ha scelto la parte buona che non le sarà tolta” (Lc 10: 41-42)

 

6 – Esiste un limite di tempo per adorare quando si è malati ? Cioè in certi casi è meglio limitare o rimandare l’adorazione eucaristica, ad esempio nelle malattie psichiatriche ? Quando si è affetti da una grave malattia fisica ?

Il limite di tempo è riservato alla prudenza e ad ogni caso particolare. In realtà stare con il Signore se la persona lo desidera o percepisce che lì sta la pace (veramente è dinanzi al Santissimo, dove tutti, sani e ammalati, trovano la pace vera) è un grandissimo bene che non dovrebbe essere risparmiato.

 

7  – Adorare a lungo potrebbe portare al delirio mistico?

Il delirio mistico non c’entra con l’adorazione al Santissimo. Anzi, si potrebbe dire che chi patisce un’infermità spirituale difficilmente sopporta rimanere davanti al Santissimo per un lungo periodo.

 

8 – L’adorazione potrebbe portare ad una chiusura della persona in se stesso? a rifugiarsi in se stesso per fuggire il mondo esterno?

L’adorazione porta a una maggior intimità con Cristo e nella misura che sia adorazione e non altro dà lo slancio per andare al mondo a portare i beni ricevuti (la pace, l’amore, la serenità, la luce, …) agli altri. Inoltre, l’essere esposti alla presenza di Gesù Cristo, al suo sguardo, si manifesta nella persona nell’interpellarsi sulla propria condotta e vita.

 

9 – Potrebbe essere anche a volte una falsa motivazione per entrare in clausura adorandoLo ?

Pur sentendo in momenti di adorazione la chiamata alla clausura deve essa essere sottomessa a discernimento serio e profondo.

 

10 – L’adorazione eucaristica è solo un atto contemplativo e quindi non missionario? Cioè se si è adoratori – contemplativi non si è missionari e viceversa?

Ogni vera missione parte dalla contemplazione in adorazione del Signore, della Sua Persona, della Sua vita. Il Signore prima chiama a Sé e poi invia al mondo per la sua salvezza. San Tommaso diceva “Contemplata aliis tradere”, vuol dire contemplare e portare agli altri il contemplato. Quindi il movimento è prima andare verso il Signore in contemplazione e poi andare al mondo per portare Cristo. L’Eucaristia è in se stessa missionaria. Il Concilio Vaticano II insegna che tutta la vita spirituale della Chiesa ha nell’Eucaristia la sua fonte e il suo culmine. Tutto parte dall’Eucaristia per tutto arrivare all’Eucaristia. La Beata Madre  Teresa di Calcutta diceva: “Noi, le Missionarie della Carità passiamo prima la nostra ora santa con il Signore esposto nel Santissimo Sacramento per poi passare la nostra ora santa con Cristo nel povero”. Dall’altra parte le Missionarie della Carità, tutte hanno le sue ore sante ogni giorno e hanno anche come sostegno una ramo totalmente contemplativo.

 

11 – In adorazione possiamo recitare ugualmente preghiere?

Certamente. Conviene che siano in silenzio per non perturbare gli altri che magari stanno anche loro recitando le loro preghiere oppure sono in dialogo intimo  con il Signore. L’importante è non perdere la consapevolezza che il Signore al quale vanno indirizzate le preghiere è davanti a noi nel Santissimo Sacramento.

 

12 – Molte volte si sente dire che recitare il Rosario davanti al Santissimo Sacramento non è la stessa cosa che recitarlo da solo e che quindi rende più “efficace” la nostra adorazione, è vero?

Come misurare la grazia? Solo il Signore sa l’efficacia di ogni preghiera perché non dipende dove o come la facciamo ma il cuore che mettiamo in essa. Intuitivamente si potrebbe pensare che la recita del Rosario, se meditato  davanti al Santissimo, con la consapevolezza che le meditazioni riguardano il Signore che si sta adorando in quel momento, sarebbe aumentata in qualche modo e che forse quella intuizione sia vera.

 

13 – L’adorazione è una preghiera o una devozione?

L’adorazione va oltre la preghiera e la devozione, molto di più.  L’adorazione è il rapporto immediato, innato che abbiamo con Dio. Adoriamo Dio perché  Lui è Dio.

 

14- L’adorazione eucaristica è una preghiera privata, cioè solo tra me e il Signore?

L’adorazione eucaristica non è una preghiera, racchiude la preghiera come la contemplazione e anche il dialogo ineffabile e senza parole col Signore. E’ un fatto personale ma che coinvolge tutti. Come la conversione che è personale ma in beneficio di tutti.

 

E SULL’ ADORAZIONE PERPETUA

1- Occorrono permessi (ad esempio il permesso del proprio vescovo) per aprire una cappella di adorazione perpetua ?

Ovviamente, il Vescovo sarà informato dal sacerdote responsabile dell’Adorazione Perpetua prima dell’apertura, nel momento della missione, ma dobbiamo ricordare che l’Adorazione Perpetua è incoraggiata, consigliata e promossa dal Magistero della Chiesa e che È un’azione della Chiesa. (Rif. Istruzioni per il Culto Divino Redemptionis Sacramentum n. 140,141; Esortazione Apostolica post-sinodale Sacramentum Caritatis n.66, 67; Lettera della Congregazione per il Clero del 8 Dicembre 2007 sul sostegno spirituale del clero; Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium n.262)

 

2- Se ci sono molti laici favorevoli all’adorazione perpetua, è sufficiente per aprire una cappella di adorazione perpetua?

Questo potrebbe essere l’inizio insieme ad una fervente preghiera ma aprire una cappella di adorazione perpetua richiede una missione, una vera missione in cui sia coinvolto un missionario che possa predicare per raccogliere adesioni e montare la struttura funzionale adeguata che permetta non solo l’avviamento ma anche il sostegno permanente lungo gli anni.

 

3- Potrebbe essere pericolosa l’adorazione notturna in una cappella di adorazione perpetua?

Il pericolo più grande è la paura che intimidisce. Ci sono più di tremila cappelle di adorazione perpetua in tutto il mondo. Alcune di loro in zone pericolose ma non si fermano e non si hanno notizie di incidenti seri contro gli adoratori. Al contrario si sa di zone pericolose dove si è aperta l’adorazione perpetua e la situazione è migliorata sensibilmente.

 

4- In molte parrocchie non si organizza l’adorazione perpetua perché ci sono già tante attività per cui non rimane tempo?

E’ quindi vero che occorrono molte energie per aprire e mantenere l’adorazione perpetua in parrocchia ?

Innanzitutto, l’adorazione perpetua non è un’attività in più ma è semplicemente mettere Cristo al primo posto nella parrocchia e questo vuol dire che sarà lì, nella cappella di adorazione perpetua, dove si trovi il centro della pastorale e dell’attività perché chi agisce è Lui. Poi, il parroco non ha motivo di preoccupazione perché l’adorazione perpetua è stabilita dal missionario e poi la marcia di ogni giorno è nelle mani del coordinamento dei laici e anche questa struttura funzionale è organizzata dal missionario. Quindi non ci sono extra onore per il parroco.

 

5 – Perché molto spesso l’apertura di una cappella di adorazione perpetua non è di immediato consenso?

Per preconcetti oppure per ignoranza su cosa è e cosa significa l’adorazione perpetua. Ma quando si ha l’esperienza tutto cambia e la maggioranza delle persone che si opponevano al principio o che non erano convinte mutano di opinione. Anzi, molti di loro diventano grandi sostenitori.

 

6 – Ci sono sempre state le cappelle di AEP ? Se no , perché e perché ora sì ?

L’AEP si conosce da secoli ma sempre all’interno di comunità religiose. La novità è questa modalità di essere organizzata e portata avanti dai fedeli laici. Pensiamo che il Signore ha voluto darci questa grazia per questi tempi di confusione e di persecuzione a tutto quello che è santo (la famiglia, la vita, il sacro,…) Dove abbonda il peccato soprabbonda la grazia. AEP è la grazia soprabbondante di questo tempo.

 

7 – Perché scegliere di fare l’adorazione perpetua e non una semplice adorazione quotidiana più semplice da organizzare ? La differenza ?

La differenza è che da una parte Dio è sempre adorato così in terra come in Cielo e la cappella è sempre aperta mentre dall’altra parte non si ha tutto ciò. Ricordiamo che è proprio il Signore Gesù Cristo che ci offre il modello di adorazione perpetua. Lui adorava il Padre sempre e passava notte intere in adorazione e in preghiera. Poi, la differenza in difficoltà tra una diurna, se prende molte ore al giorno e la perpetua non è tanta. Comunque il culto dovuto a Dio non deve mai misurarsi in termini di praticità.

 

8 – E’ frequente che le cappelle di adorazione perpetua una volta aperte poi col tempo non abbiano più iscritti e quindi si debbano chiudere?

Non è frequente, anzi è una rarità. Ci sono cappelle con più di cinquanta anni di adorazione perpetua ininterrotta. Certamente, che con il tempo si deve fare un rilancio missionario.

 

9 – Alcuni Dicono:

– Non  prendo  un’ora  fissa  alla  settimana  e  sempre  la  stessa  ma  vengo quando posso e a volte è addirittura più di una volta, di un’ora sola.

Qual’ è la differenza?

Prendersi un’ora col Signore e fare di quell’ora santa, riservata solo a Lui, significa fare una consacrazione del tempo in una sorte di soggezione voluta anche come riconoscenza della Sua Maestà. Mi sottometto a Lui.

L’altro modo è come dire vengo quando voglio, c’è una predominanza dell’io in un’idea falsa di autonomia.