Adoriamo Cristo presente nell’Eucarestia
Tratto da “L’adorazione eucaristica” , Josè Maria Iraburu, Pamplona, Fondazione Gratisdate, 2001)
Per completare il suo studio circa La presenza reale di Cristo nell’Eucarestia, Josè Antonio Sayes scrive:
“ L’adorazione, la lode e le azioni di grazie sono presenti senza alcun dubbio nell’ “azione di grazie” che è la stessa celebrazione eucaristica e che in essa indirizziamo al Padre attraverso la mediazione del sacrificio di Suo Figlio”.
Ma l’adorazione , che è il sentimento profondo e disinteressato di riconoscimento e di azione di grazie di tutta la creatura rispetto al suo Creatore, desidera esprimersi come tale e lodare e onorare Dio non solo perché nella celebrazione eucaristica partecipiamo e facciamo nostro il sacrificio di Cristo come culmine di tutta la storia di salvezza, ma anche per il semplice fatto che Dio è presente nel sacramento……
D’altra parte, pensiamo che la Incarnazione già meriti di essere riconosciuta con la contemplazione della gloria dell’ Unigenito che procede dal Padre (Gv 1, 14) …..
” La coscienza viva della presenza reale di Cristo nell’Eucarestia, prolungamento sacramentale dell’Incarnazione, ha permesso alla Chiesa di continuare rimanendo fedele all’Incarnazione in tutte le sue implicazioni e al mistero della mediazione salvifica del corpo di Cristo, attraverso il quale si assicura la nostra reale partecipazione sacramentale al suo sacrificio, si compie l’unità della Chiesa e si partecipa fin d’ ora alla gloria futura “ (312 – 313).
Adoriamo allora lo stesso Cristo nel mistero del suo massimo Sacramento. Adoriamolo con tutto il cuore, nella preghiera solitaria o nelle riunioni comunitarie, privata o pubblica, in forma semplice o solenne.
– Adoriamo Cristo nel Sacrificio e nel Sacramento.
L’adorazione eucaristica fuori dalla Messa deve essere in effetti, preparazione e prolungamento dell’adorazione di Cristo nella stessa celebrazione dell’Eucarestia. A ragione fa notare Padre Tena:
“ L’adorazione eucaristica è nata con la celebrazione, sebbene si sviluppi fuori da essa. Se si perde il significato di adorazione all’interno della celebrazione, difficilmente si troverà motivo per promuoverla al di fuori……. Questa considerazione forse può essere interessante per rivedere quelle celebrazioni dove oramai i segni di riferimento ad una realtà trascendente vanno via via sfumando” (212).
– Adoriamo Cristo , presente nell’Eucarestia : esaltiamo l’umiliato . E’ un dovere glorioso ed indiscutibile, che i fedeli cristiani – compiendo la profezia dello stesso Cristo – realizzano sotto l’azione dello Spirito Santo :” Lui (lo Spirito Santo) mi glorificherà “ (Gv 16,14).
Nell’occasione solenne, nel Credo del Popolo di Dio, Paolo VI dichiara : “ l’unica e indivisibile esistenza di Cristo, Signore glorioso nei cieli, non si moltiplica, ma si fa presente nel Sacramento in vari luoghi sulla terra, dove si realizza il sacrificio eucaristico. La stessa esistenza, dopo la celebrazione del sacrificio, rimane presente nel Santissimo Sacramento, il quale, nel tabernacolo dell’altare, è come il cuore vivo dei nostri templi. Per il quale siamo obbligati, come impegno sicuramente molto apprezzato, a onorare e adorare nell’ Ostia Santa che i nostri occhi vedono, lo stesso Verbo incarnato che essi stessi non potevano vedere e che , tuttavia, si è fatto presente davanti a noi senza aver lasciato i cieli” (n. 26).
– Adorando Cristo nell’ Eucarestia, benediciamo la Santissima Trinità, come lo faceva il venerabile Manuel Gonzalez:
“Padre eterno, benedetta sia l’ora in cui le labbra di vostro Figlio Unigenito si aprirono sulla terra per dire queste parole : “sappiate io sarò con voi fino alla fine del mondo”. Padre, Figlio e Spirito Santo, siate benedetti per ogni secondo che sarà con noi il Cuore di Gesù di ogni Tabernacolo della terra. Benedetto, benedetto Emmanuel” (Che fa e che dice il Cuore di Gesù nel Tabernacolo, 37).
– Adoriamo Cristo nelle esposizioni brevi o prolungate.
Riguardo alle esposizioni più prolungate, per esempio, quella delle 40 ore, il Rituale liturgico dell’Eucarestia dispone:
“ nelle chiese in cui si conserva abitualmente l’Eucarestia, si raccomanda ogni anno un’esposizione solenne del Santissimo Sacramento, prolungata per un certo periodo di tempo, anche se non rigorosamente continuata, di modo che la comunità locale possa meditare e pregare più intensamente questo mistero. Ma questa esposizione con il consenso dell’ordinario del luogo, si farà solamente se si prevederà una partecipazione adeguata di fedeli”. (86)
– Si ponga la pisside o l’ostensorio sopra la mensa dell’altare. Ma se l’adorazione si estende per un tempo prolungato e se si fa con l’ostensorio, si potrà utilizzare il trono o l’espositore, posto in un posto più alto; evitando che sia però troppo alto e lontano” (93).
Davanti al Santissimo esposto, il ministro e l’accolito rimangono inginocchiati, concretamente durante l’incensazione (97). E allo stesso modo, anche il popolo. E’ lo stesso essere inginocchiati che, secondo una lunga tradizione, viene descritto dalla Disposizione generale del Messale Romano “durante la consacrazione” dell’ Eucarestia (21). E ricordatevi che è proprio in questo che “la stessa posizione diviene segno di comunità e unità dell’assemblea, esprime e alimenta al tempo stesso l’umanità di tutti i partecipanti” (20).
– Adoriamo Cristo con canti e letture, con preces e silenzio.
“Durante l’esposizione, le preces, i canti e le letture devono essere organizzati in modo tale che i fedeli attenti alla preghiera si dedichino a Cristo, il Signore”.
“Per alimentare la preghiera intima, si facciano letture della Sacra Scrittura con omelia o breve esortazioni, che portano ad un maggior rispetto del mistero eucaristico. Conviene anche che i fedeli rispondano con canti alla parola di Dio. Nei momenti adatti, occorre rispettare un silenzio sacro”. (Ritual 95; +89).
– Adoriamo Cristo, recitando la Liturgia delle Ore.
“Davanti al Santissimo Sacramento, esposto per un tempo prolungato, si può recitare anche qualche parte della Liturgia delle ore, specialmente le Ore principali (Lodi e Vespri).
“Attraverso ciò, le lodi e le azioni di grazie che si attribuiscono a Dio nella celebrazione eucaristica, si ampliano durante le differenti ore del giorno, e le suppliche della Chiesa si dirigono a Cristo e attraverso Lui al Padre in nome di tutto il mondo “ (Rituale 96). Le Ore liturgiche, in effetti, sono disposte precisamente per “estendere ai differenti momenti del giorno la lode e l’azione di grazie, così come il ricordo dei misteri della salvezza, le suppliche e il piacere anticipato della gloria celeste, che ci vengono offerti nel mistero eucaristico, “centro e culmine di tutta la vita della comunità cristiana” (CD 30)” (Disposizione generale della Liturgia delle Ore12).
– Adoriamo Cristo , facendo “visite al Santissimo”.
In effetti, come dice Pio XII, “le devote e anche le quotidiane visite ai divini tabernacoli”, come altre modalità di pietà eucaristica, “hanno contribuito in maniera ammirabile alla fede e alla vita soprannaturale della Chiesa militante in terra, che in tal modo si fa eco, trionfante, che eternamente intona l’inno di lode a Dio e all’Agnello “che è stato sacrificato” (Ap 5, 12; +7, 10). Per questo la Chiesa non solo ha approvato questi devoti esercizi, diffusi in tutta la terra nei secoli, ma anche li ha raccomandati con la sua autorità. Provengono dalla sacra Liturgia e sono tali che , se si praticano con il dovuto decoro, fede e pietà, aiutano molto, senza alcun dubbio, a vivere la vita liturgica” (Mediator Dei 165 – 166).