adorazione

L’ adorazione eucaristica durante la notte

turiferario

di P Justo Antonio Lo Feudo MSE

 

 

Se si impedisce di adorare di notte l’adorazione non può essere perpetua.

E’ abitudine dire che non ci saranno adoratori durante la notte.

Non è buono infondere ai più e come risposta all’Adorazione Perpetua il proprio scetticismo o i propri timori o desideri. Per prima cosa sempre si deve contare sulla grazia che si percepisce e che, per nostra esperienza, sempre è abbondante.
In certi luoghi, come in Madrid, che essendo parrocchie ridotte per il numero dei fedeli che partecipano alla Messa nei giorni festivi e per di più anziani, la prima cosa che abbiamo cercato di fare e ottenuto è stato il completamento delle ore notturne a partire dalla mezzanotte alle sei del mattino.
Riguardo la notte, si possono dire molte cose. La prima è riguardo agli adoratori delle ore centrali della notte: queste ore sono molto speciali e come dice una madre di 3 piccoli bimbi che scelse un’ora dopo la mezzanotte: “mi piace la notte, perché penso che sia più facile raccogliersi. “La musica silenziosa e la solitudine sonora” di cui parlava San Giovanni della Croce, e che permettono quindi l’elevarsi, il raccogliersi e l’entrare in preghiera. A me risulta più facile durante la notte. E veramente così ho consacrato, ho dedicato e impegnato un’ora settimanale del mio tempo all’Adorazione. Per tanto che uno lavori, questo non è nulla. Un’ora non è assolutamente nulla. Sarebbe realmente qualcosa di insignificante come opera, come azione, se non avesse tutto il valore che … e il senso che Dio gli da. Il senso di fare le cose per amore a Dio. Veramente mi sembra che, né per me né per nessuno, un’ora è nulla. Ma, tuttavia, è la cosa più importante di tutto ciò che faccio.”

Inoltre, gli adoratori che scelgono le ore centrali della notte e dell’alba sono i più fedeli e responsabili.
La notte è molto speciale. Grandi avvenimenti salvifici avvengono durante la notte: l’esodo del popolo ebraico dall’Egitto; la stessa cena pasquale giudaica che perpetua nella memoria l’avvenimento salvifico e che prefigura l’Eucaristia come memoriale e azione di grazie; Giacobbe lotta con Dio durante la notte e diviene Israele; durante una notte gli angeli annunciano ai pastori che il Messia era appena nato a Betlemme ed é stata anche una notte in cui i Magi di Oriente hanno visto la stella che li ha condotti fino a Gesù, il Re di Israele e del mondo;
notte è pure quella dell’Ultima Cena, nella quale Gesù Cristo anticipa sacramentalmente il dono di se stesso e notte, la stessa notte, quella nel Getsemani quando fu arrestato e iniziò la sua Passione; notte anche -“felice notte quella”- quella della sua Resurrezione. Inoltre, ce lo dice la Scrittura, Gesù Cristo passava delle notti intere in preghiera.
La notte implica un maggior sacrificio, ciò che volgarmente intendiamo come sacrificio, e il sacrificio è il linguaggio dell’amore. Gesù sacrificò la sua vita per il Padre, per amore. Per amore noi desideriamo offrirgli qualcosa e glielo diamo in un’ora notturna di adorazione. L’Eucaristia è il sacramento dell’amore, della generosità infinita di Dio verso gli uomini. A questa risposta generosa a questo sacramento di amore, Dio elargisce la sua infinita bontà a tutta l’umanità.
Coloro che sono generosi e accettano di adorare nelle ore più difficili della notte sono quelli che fanno discendere sopra la terra le benedizioni di Dio come pioggia dal cielo. Sono le sentinelle notturne e quelle dell’aurora che faranno spuntare il nuovo giorno. Sono coloro che salgono al Tabor, come diceva un’adoratrice notturna dell’adorazione perpetua: “Fare adorazione lì durante il giorno è come seguire il Signore in Galilea. C’è moltissima gente, finanche una madre con il proprio figlio. La Cappella è strapiena.
Attendere l’alba è come stare sul monte Tabor: ci si dimentica di tutto. Solo lo si guarda.”
Tra i valori dell’adorazione, importante va ricordato anche quello della riparazione. Se l’adorazione implica un sacrificio, come lo può essere adorare durante un’ora dell’alba, la forza riparatrice è quindi maggiore.
Ai grandi mali del mondo si oppone il sommo bene della presenza del Signore che è adorato senza interruzione. L’adorazione eucaristica è la nostra forza, il bene straordinario che vince il male anche straordinario di questo tempo.
Giovanni Paolo II si appellava all’ “ adorazione che mai finisca “ e ci chiedeva di “essere pronti per riparare le grandi colpe e i grandi delitti del mondo” (Dominicae Cenae).
Che non si abbia paura nel mezzo della notte di andare alla cappella di adorazione perpetua. La nostra vita viene dal Signore, che fece il cielo e la terra (cfr Sal 121), l’Onnipotente che ci aspetta nel Santissimo e ci protegge. Non conosco nessun caso di cappella di adorazione perpetua nella quale ci sia stato alcun danno per un adoratore né che ci sia stata alcuna profanazione.
Vi racconto una cosa che mi successe da poco. Quando stavamo vedendo la cappella di adorazione in una città dove sono stato per missione e dove abbiamo impiantato l’adorazione perpetua, mi dicevano che non si poteva aver scelto cappella migliore. Ed è così, perché emblematica, ha la sua storia, è centrale, ma aggiungevano “sarà molto custodita e questo è una gran fortuna.
E’ a fianco della polizia cosicché sarà molto protetta.” A questo risposi: “Allora, è tutto il contrario! Che fortuna ha avuto la polizia ad avere la cappella di Adorazione Perpetua a suo fianco, perché il Signore, che è adorato giorno e notte, li dovrà proteggere”. Ed è così, perché quando gli manifestiamo la nostra fede e anche il nostro amore, rimanendo in adorazione incessante difronte alla sua presenza eucaristica, Lui allora scopre il suo infinito potere, che nasconde il velo eucaristico, proteggendoci da qualsiasi male. Non c’è sicurezza più grande che davanti a Gesù nel Santissimo Sacramento. Dove il Signore è adorato fuggono i demoni, perché nel Santissimo Sacramento è presente lo stesso Gesù che nel Vangelo cacciò i demoni, calmò tempeste, guarì i malati e resuscitò i morti. Non c’è migliore esorcismo per una città che avere l’adorazione perpetua.
L’ A.T. così dice (cfr Bar 5:7) che Dio eliminerà i pericoli dalle strade per il suo popolo, sempre che il popolo cerchi la gloria del suo santuario. Coloro che adorano giorno e notte, coloro che cercano la gloria del santuario, la gloria di Dio, sono coloro che liberano il potere di Dio e portano sicurezza nelle strade. Il tasso di criminalità diminuisce nelle vicinanze della chiesa di adorazione perpetua, anche i suicidi crollano (caso di Trieste che crollarono della metà dopo l’ apertura della AEP), il male retrocede.
Quando si tratta di Adorazione Perpetua dobbiamo tener presente che non è un progetto puramente umano. La risposta entusiasta e a volte traboccante, l’esplosione dello Spirito che significa una insperata accoglienza da parte del popolo fedele, dimostra che la sua origine non è umana, ma che risponde alla volontà di Dio. E’ lo Spirito Santo che muove i cuori dei fedeli, infondendo in loro lo spirito di adorazione e di lode all’Agnello Immolato e presente nell’Eucaristia. L’adorazione al Signore in forma incessante è la risposta che viene dall’alto in tempi di apostasia come questi in cui viviamo, è il gran rimedio che arriva dalla misericordia di Dio per questi grandi mali, quando la guerra già è contro la famiglia, contro la religione, contro la vita, contro ciò che è santo, quando la guerra è contro lo stesso Agnello, “ma l’Agnello li vincerà, perché è il Signore dei signori e il Re dei re e quelli con lui sono i chiamati, gli eletti e i fedeli” (Ap. 17:14).