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Madre Mectilde del SS Sacramento

Vorrei sapere, sorelle mie, in che modo trascorrete le vostre ore di adorazione davanti al SS. Sacramento. Voi infatti andate davanti a un Dio umiliato e annientato per amor vostro e che non è contento di esservi adorato, ma vuole ancora esservi mangiato.
E come il pane nella vita del corpo è il più nutriente degli alimenti che abbiamo e quello che mangiamo più sovente, Gesù Cristo Nostro Salvatore si pone sotto la forma del pane per essere nostro alimento, ed è suo desiderio essere mangiato da noi, e, che viviamo della sua vita come Egli vive di quella del suo divin Padre. Avete la fortuna di comunicarvi così spesso, vivete di questa vita divina …
Gesù mio Salvatore non è solo in questo adorabile Sacramento per esservi adorato, ma ancora per esservi mangiato. È dottrina della fede che mangiamo il corpo di un Dio uomo, di un uomo Dio, che l’amore tiene prigioniero sotto le specie del Pane e del Vino e che mai la malizia degli empi con tutte le loro rabbie e gl’insulti dei libertini è stato capace di fargli abbandonare i nostri tabernacoli, tanto è grande l’amore di Gesù Cristo per noi.
Anche nel Vangelo Egli ci dice:

<<Sarò con voi fino alla consumazione dei secoli» 53

Ecco ancora una volta dove giunge l’amore del mio Dio
per le sue creature 54

N. 246 Conferenza alle Novizie, Dicembre 1687

3 Mt. 28, 20.
54 KARL RAHNER in «L’Eucharistie et les hommes d’aujourdhui», Mame, 1966, p. 147-156, giustifica la devozione al SS. Sacramento in termini che illuminano perfettamente il pensiero di M. Mectilde. «La riflessione teologica destinata
a illuminare il problema della “visita” (al SS. Sacramento) si fonda essa stessa
sul principio fondamentale enunciato dal Concilio di Trento: “L ‘Eucaristia è stata istituita per essere ricevuta come alimento”».
Questo principio implica certamente la presenza reale di Cristo, poiché l’alimento offerto altro non è che il suo corpo e il suo sangue. Ma oltrepassa questa semplice affermazione, poiché ci presenta il dono che ci è fatto come destinato a essere ricevuto in nutrimento. Bisogna quindi adoper.arlo qui in tutta l’ampiezza del suo contenuto …
È evidente ~ si dirà ~ che il Cristo merita l’adorazione quando ce ne «serviamo», perché è presente quando si dà a .. noi come alimento di vita eterna. Ma come, partendo da questo principio di base, giustificare un culto fuori Nostro Signore Gesù Cristo dà le sue grazie quando meno
ci si pensa. Alla Comunione ho avuto due pensieri. Il primo,
come Gesù Cristo al presente riparava Egli stesso la gloria
di suo Padre nelle anime dei fedeli, che Lui solo era il vero
riparatore e che Egli attuava continuamente nel SS. Sacramen- ·
to dell’altare quello che aveva fatto una volta sulla croce durante
le tre ore in cui vi era rimasto appeso.
d’una simile presenza, un culto che non si confonda con l’adorazione del Signore necessariamente in concomitanza al ricevimento del suo corpo, un culto che si situa fuori d’una simile accoglienza e indipendentemente da essa?
Ciò che Cristo ci dona, se ci si attiene alle sue stesse parole interpretate direttamente secondo il significato che hanno nella lingua aramaica, è Lui stesso: non si vede d’altronde S. Giovanni (6, 57) usare )a prima persona del pronome personale in luogo della «carne» e del «sangue»? E dunque interamente se stesso che dà in nutrimento.
Perciò l’adorazione è qui pienamente legittima, perché è a Lui che è rivolta
e non ad un alimento che si compone di «elementi».
Se il Signore, con la sua realtà corporea, la potenza creatrice della salvezza
e della nuova Alleanza, è là come nutrimento, Egli è come alimento offerto a nostro uso e non tanto come alimento che si è già ricevuto …
Una frase come questa: «Il Cristo è là come nutrimento», non potrebbe
nel linguaggio biblico, significare che Egli sarebbe reso presente dal fatto che lo si riceve in alimento, ma piuttosto che è presente per essere’ ricevuto in nutrimento ..
Se si comprende questo non ci sono più difficoltà insormontabili ad ammettere la proposizione che segue: fintanto che il nutrimento è là, destinato ad
essere ricevuto, il Signore è là per essere ricevuto da noi; e finché Egli è là come non potremmo e non dovremmo andare a Lui come al Signore che si è dato per noi e che vuole donarsi a noi? Fintanto che il pane rimane pane … il Cristo è lì presente, il Cristo che si offre in nutrimento cori tutto ciò che questo implica come attitudine corrispondente da parte dell’uomo chiamato a riceverlo. Ecco ciò che legittima il culto di adorazione verso l’Eucaristia ..
La presenza di Cristo, dovunque la si trova realizzata, è, sotto specie sensibili, la presenza stessa della nostra salvezza: u11-a presenza che ricorda l’atto sacrificale e sacramentale al quale deve la sua origine, una presenza che prelude al ricevimento dell’Eucaristia, quell’atto attraverso il quale quella salvezza diverrà pienamente e sacramentalmente nostro bene personale …
Ci si potrebbe inoltre ricordare quando si è davanti al SS. Sacramento che
esso rappresenta ugualmente il segno sacramentale dell’unità della Chiesa. Nella visita al SS. Sacramento siamo dunque davanti al Cristo in quanto unità della Chiesa, davanti al mistero stesso della Chiesa, davanti alla manifestazione più santa di questa Chiesa che è essa stessa, sotto il suo ~spetto visibile, la forma
storica e sensibile della salvezza che Dio opera per noi. E così facile capire a qual punto la «devozione al tabernacolo» più. personale, lungi dall’essere il segno di un individualismo religioso, costituisce, se riveste un’espressione conveniente, un Aveva perfettamente e interamente soddisfatto alla giustizia
del Padre per il passato, il presente e l’avvenire 55

Gli ho detto: <>.
Il secondo, che bisogna perfettamente dimenticarsi di se
stesse se vogliamo essere di Gesù Cristo.
N. 2290 Scritto
O mistero adorabile, ma mistero d’amore incomprensibile!
È la festa delle feste in cui un Dio dà tutto se stesso con
le sue infinite perfezioni, con profusione e prodigalità, nella
misura con cui ci saremo prese cura di prepararvici. E oso dire
che, Egli Dio ed onnipotente quale è, non può fare di più per
la sua creatura …
Nostro Signore, in tutti i divini e adorabili misteri ch’Egli
ha operato non ebbe che due obiettivi: di glorificare suo padre,
e di procurare la salvezza degli uomini. Ma nell’Eucaristia questo
divino amante dei nostri cuori vi è rinchiuso unicamente
per l’amore delle sue creature e vi dimorerà fino alla fine dei
secoli …
Cosa può fare di più, sorelle mie? Un Dio viene Lui
stesso nel più intimo del nostro cuore. Perché? Per farci dei
piccoli déi e renderei mediante la sua grazia ciò ch’Egli è per
natura. Cosa volete di più grande, di più santo, di più divino?

Oh! Dunque, sorelle mie, quale vantaggio possedere questo
Dio santo: e quanto poco è conosciuto il dono di Dio! Oh!
Se avessimo un po’ di fede, dove saremmo arrivate?
mezzo per manifestare la propria appartenenza alla Chiesa e la convinzione che si ha di esserne responsabili, come pure ottima occasione di pregare per la Chiesa ..
55 In virtù della consacrazione, le specie del pane e dd vino rendono così presenti nuovamente, in maniera sacramentale e non cruenta, il sacrificio cruento
di propiziazione che Egli ha offerto al Padre sulla Croce per la salvezza del mondo. Egli solo in effetti, offrendosi come vittima di propiziazione in un atto di donazione supremo e d’immolazione, ha riconciliato l’umanità col Padre con il suo unico sacrificio <~cancellando il chirografo del nostro debito» (Mistero e culto dell’Eucaristia- Giovanni Paolo II, marzo 1980). Quando siete alla sua divina presenza non basta dirgli con la bocca 57 : «Mio Dio, vi adoro>>; questo è qualche cosa,
ma bisogna adorarlo in verità, cioè con le opere; questo si
chiama vivere di fede; e non dite che questo è troppo alto per
voi: è vostro dovere vivere di fede e conformarvi in tutto a
Gesù Cristo.
Non dobbiamo ingannarci; l’abbiamo promesso nel battesimo,
ma altresì nella nostra professione. Ne dovremo rendere
conto un giorno e saremo giudicate secondo il buono e cattivo
uso che ne avremo fatto. Dite in ogni vostra azione: «Devo
fare questo come Gesù Cristo l’ha fatto quando era sulla terra.
Ecco il mio modello, non posso averne altri>>. Imprimiamocelo una buona volta nello spirito con serie
riflessioni: bisogna che la mia vita sia conforme a quella di
Gesù Cristo nel SS. Sacramento.
N. 1193 Capitolo sulla presenza di Dio e del rapporto che dobbiamo
avere con Gesù Cristo nel SS. Sacramento
Adorare un mistero così indicibilmente superiore all’intelligenza
umana è ciò che attira su di noi le divine compiacenze
di Dio che ci guarda con amore.
Andate dunque in spirito di fede ai piedi del tabernacolo
‘; La preghiera davanti al SS. Sacramento.
I fedeli poi, quando venerano Cristo presente nel Sacramento, ricordino
che questa presenza deriva dal Sacrificio e tende alla comunione, sacramentale e spirituale insieme.
La pietà, dunque, che spinge i fedeli a prostrarsi presso la santa Eucaristia,
li attrae a partecipare più profondamente al mistero pasquale e a rispondere con gratitudine al dono di colui che con la sua umanità infonde incessantemente la vita divina nelle membra del suo Corpo. Trattenendosi presso Cristo Signore, essi godono della sua intima familiarità e dinanzi a lui aprono il loro cuore per loro stessi e per tutti i loro cari e pregano per la pace e la salvezza del mondo. Offrendo tutta la loro vita con Cristo al Padre nello Spirito Santo, attingono da quel mirabile scambio un aumento di fede, di speranza e di carità. Alimentano quindi così le giuste disposizioni, per celebrare, con la devozione conveniente, il memoriale del Signore e ricevere frequentemente quel pane che ci è dato dal padre.
Attendano, dunque, i fedeli con ardore alla venerazione di Cristo Signore
nel Sacramento, secondo il loro stato di vita.
(Eucharisticum Mysterium n. 50).
e lasciatevi bruciare alla divina presenza di questo Dio d’arnore; non potreste fare nulla di meglio. Ma non presentatevi che con una profonda umiltà, perché non c’è disposizione che onori tanto Dio e lo glorifichi di più in noi della nostra profonda umiliazione; poiché, non ingannatevi, non sono né i bei pensieri, né i bei sentimenti che ci rendono gradite a Lui, ma la vera conoscenza df noi stesse … Guardatevi bene dal lasciar spegnere il fuoco del suo amore nel vostro cuore. Non saprò mai ripetervelo abbastanza, ma piuttosto, ancora una volta, lasciatevi bruciare alla presenza di questo Dio d’amore.
Per essere sempre in adorazione non è necessario dire ad ogni momento: «Mio Dio, vi adoro». Un solo atto basta e finché voi agite in virtù di quest’atto siete in adorazione, purché non facciate nulla che gli sia contrario.
Non fate, dunque, che un atto di adorazione che continui
il suo influsso: nello stesso modo un atto di umiltà e cercate che perduri, perché, se volete che la vostra adorazione sia gradita a Dio, bisogna che sia .sempre accompagnata da questa santa virtù che vi attirerà le sue grazie e vi renderà degne della sua unione divina …
Con la Santa Comunione Gesù viene a comunicarvi questa vita divina.
N. 1010 Capitolo, 29 Aprile 1695
Dobbiamo essere sommamente sorprese nel vedere con quale ardire si entra nelle Chiese e come noi stesse entriamo in coro che è un luogo santificato dalla presenza reale di Dio. Oh! Se potessimo vedere l’atteggiamento degli angeli e dei santi davanti al Sacramento adorabile, non ardiremmo certamente di entrarvi senza timore, senza rispetto e senza stupore. È qui che la fede ci manca.
N. 2176 Scritto
Non mancate di adorare il SS. Sacramento che è la principale
e la più grande devozione e quella che tutti i cristiani
devono avere ” … Compite dunque questo dovere con più cura
e fedeltà che mai, con un nuovo fervore, ardore e amore per
Gesù Cristo che si dà a noi in questo prezioso mistero.
N. 138 Capitolo, 12 Agosto 1695
Gesù nel·SS. Sacramento dell’altare sia l’unico scopo della
nostra esistenza!
Monsignore, la grazia che ci è stata fatta di darcelo nella
nostra cappella mi ha tolto la libertà di rispondere prima alla
vostra cara lettera del 23 del mese scorso. La consolazione che
abbiamo non si può esprimere e oso assicurarvi che Egli fa
sentire molto la sua presenza reale 59 in questa casetta, perché
ci sembra che tutti i nuovi angoli e cantucci ne siano pieni, e
ne vediamo gli effetti. Non siamo tuttavia completamente sistemate;
non abbiamo la Croce, benché siamo accolte, ma non
abbiamo fretta per il resto; è. sufficiente che abbiamo Dio nel
SS. Sacramento. Dobbiamo portare la nostra croce dentro (come)
alla porta del monastero.
N. 1864 Al Signor De Rocquelay, 10 Aprile 1653
58 «La devozione, sia privata che pubblica verso il Sacramento dell’altare, anche al di fuori della Messa, secondo le norme stabilite dalla legittima autorità e nella presente Istituzione, è caldamente raccomandata dalla Chiesa, perché il Sacrificio eucaristico è la fonte e il culmine di tutta la vita cristiana» . (Eucharisticum Mysterium n. 58).
59 «L’esposizione della Santissima Eucaristica, sia nella pisside che nell’Ostensorio, conduce la mente dei fedeli a riconoscere in Essa la mirabile presenza
del Cristo e invita alla comunione dello spirito con Lui. Perciò, alimenta egregiamente il culto dovuto al Cristo in ispirito e verità». (Eucharisticum Mysterium n. 60).
«Non sarà fuor di luogo ricordare che lo scopo primario e originario della conservazione nella chiesa delle sante Specie al di fuori della Messa è
l’amministrazione
del Viatico; scopi secondari sono la distribuzione della comunione al di
fuori della Messa e l’adorazione di Nostro Signore Gesù Cri.sto, presente sotto quella Specie» (108). Infatti, «la conservaZione delle sacre Specie per gli infermi fece sorgere la lodevole abitudine di aclorare questo cibo celeste, che è riposto nel tempio. E invero questo culto di adorazione poggia su valida e solida base (109), soprattutto perché la fede nella presenza reale del Signore conduce
naturalmente
alla manifestazione esterna e pubblica di quella fede medesima».
Eucharisticum Mysterium n. 49 ).
Il mio spirito vi pensa spesso davanti all’augusto Sacramento dove so che state quanto più vi è possibile per effondervi
il vostro cuore, in sincera adorazione di questo Dio tutto amore annientato nell’Ostia 60
.
Oh! Quali meraviglie si trovano in questo ineffabile Sacramento! L’amore fa qui tutti i suoi sforzi e sembra che non possa inventare nulla, che lo manifesti, più ricco di misericordia, agli uomini. La Chiesa ci presenta questo Dio di maestà nel seno prezioso di una Vergine; noi l’adoriamo con stupore che non riusciamo ad esprimere …
Cercate, mia cara figlia, di avere amore per questo adorabile Bambino il quale non è che amore e che vi ama di un amore infinito. Pregate la SS. Madre di Dio che vi faccia dono del suo amore per amarlo nel presepe e nel SS. Sacramento dell’altare.
N. 2203 Alla Signora De Forax, Dicembre 1661