adorazione


Come nacque l’adorazione eucaristica perpetua

Pubblicato il 29 Gennaio 2021

Ha fatto molto rumore un’opera del XVII secolo: la “Compagnie du Saint-Sacrement”. Ha riunito un’élite di oltre 4.000 persone. Molière lo affrontò con verve e sarcasmo, definendolo la “cabala dei devoti” e vedendolo solo come una riconquista oscurantista. La realtà era molto diversa. Quest’opera è nata da una luce speciale ricevuta da un laico, il Duca di Ventadour. Con padre Philippe d´Angoumois, padre Suffren e padre Condren, si misero al lavoro alla fine del 1629. Il nome della confraternita si affermò gradualmente: Compagnia del Santissimo Sacramento. Ha preso per il suo blasone una figura della Santa Ostia al sole, e per il motto: “Lode al Santissimo Sacramento dell’altare”. L’obiettivo era chiaro: “onorare e far onorare ovunque il Santissimo Sacramento dell’altare e procurare in tutti i luoghi e in ogni momento che gli rendiamo, con tutti i mezzi possibili, tutto il culto, l’onore e la riverenza. che sono dovute alla sua divina maestà ”. Il Corpus Domini è la festa della Compagnia. Un corollario diretto della vita profondamente eucaristica di questa Compagnia: il servizio ai più poveri. I confratelli non solo praticano l’elemosina individuale, ma organizzano anche diverse opere di carità che raccolgono somme colossali per diverse azioni. Comprende la costruzione di ospedali e il finanziamento di missioni estere. Questa impresa in crescita fu soppressa dal re nel 1660. Ma i frutti che portò tra il 1630 e il 1660 furono numerosi e sopravvissero alla sua soppressione. La Compagnia del Santissimo Sacramento ha influenzato molti membri a introdurre nuove manifestazioni di pietà verso Gesù nelle loro parrocchie.

Dal XVII secolo, la pratica dell’adorazione perpetua si diffuse in alcune comunità religiose come quella di Madre Mechtilde (Catherine de Bar), fondatrice delle Benedettine del Santissimo Sacramento. Nel 1837, Roma approvò l’adorazione perpetua.

Saint Pierre-Julien Eymard fonderà, da questa intuizione, i Padri del Santissimo Sacramento e le ancelle del Santissimo Sacramento il 26 maggio 1864. Queste suore hanno la missione di adorare a rotazione, perennemente, il Santissimo Sacramento esposto. Ogni suora adora tre volte in 24 ore in modo che ogni suora abbia vissuto ogni ora del giorno alla presenza del Signore durante la settimana. Si associano a Maria nel cenacolo, non solo nella sua vita di ritiro, silenzio e adorazione, ma anche nei suoi servizi e nel suo apostolato. La prima superiora e cofondatrice fu Madre Marguerite du Saint-Sacrement (Marguerite Guillot, 1815-1885). Con Pierre-Julien Eymard, molte congregazioni diffonderanno il culto della presenza reale, come Marie Hébert de la Rousselière in Canada.

Al Sacré-Coeur di Parigi, dal 1885, la preghiera perpetua di adorazione, giorno e notte, è stata la parte più importante della vita e delle attività di questo santuario di fama mondiale. La Basilica del Sacro Cuore è un luogo di pellegrinaggio dove i Cappellani e le Suore Benedettine del Sacro Cuore accolgono i pellegrini, i fedeli e tutti coloro che cercano Dio.

Nel 1908, Papa Pio X ricordò ai Padri del Santissimo Sacramento, riuniti in Capitolo Generale, il cuore della loro vocazione come aveva voluto Saint Pierre-Julien Eymard.

Si raccomanda vivamente che nelle città, o almeno nelle città più grandi, il vescovo diocesano nomini una chiesa per l’adorazione perpetua.

Redemptionis sacramentum, 2004
Oggi, più di duemila parrocchie nel mondo hanno istituito l’adorazione eucaristica perpetua giorno e notte. Ogni parrocchiano è invitato a scegliere un momento della settimana da trascorrere fedelmente in adorazione del Santissimo Sacramento. Tutte le ore del giorno e della notte sono organizzate in modo che ci sia sempre almeno una persona davanti a nostro Signore nel Santissimo Sacramento e la parrocchia oppure la chiesa scelta stabilisce così l’adorazione perpetua, fonte di fecondità spirituale …

Opere e congressi eucaristici

Marie-Marthe-Émilie Tamisier (1834-1910) ebbe successivamente come padri spirituali Saint Pierre-Julien Eymard e il Beato Antoine Chevrier. Non è senza conseguenze che una persona si associ a tali santi! Emilie era immersa in un clima profondamente segnato dalla devozione eucaristica. Il 29 giugno 1873 era a Paray-le-Monial nella cappella della Visitazione, dove Santa Margherita-Maria aveva avuto le visioni del Sacro Cuore di Gesù. Sessanta deputati francesi – che rappresentavano appunto duecento – circondati da migliaia di fedeli, si sono riuniti in questo luogo. Ai piedi del Santissimo Sacramento esposto, si consacrarono, consacrarono il Parlamento e la Francia al Sacro Cuore di Gesù. Fu in questo momento che Emilie Tamisier ebbe una visione: Dio la chiamava a dedicarsi alla “salvezza sociale attraverso l’Eucaristia”. Questo era il titolo di uno dei primi opuscoli che ha pubblicato …

Non abbiamo paura di dirlo, l’adorazione è il bisogno del nostro tempo… È necessario salvare la società. La società sta morendo perché non ha più un centro di verità e di carità. Niente più vita familiare: tutti si isolano, si concentrano, vogliono essere autosufficienti. Lo scioglimento è imminente. Ma la società rinascerà, piena di vigore, quando tutti i suoi membri si uniranno intorno al nostro Emmanuel. I rapporti di spirito si riformeranno in modo del tutto naturale, sotto una verità comune: i legami di una vera e forte amicizia si rinnoveranno sotto l’azione dello stesso amore. “” Il grande male del tempo è che non veniamo a Gesù Cristo. Abbandoniamo l’unico fondamento, l’unica legge, l’unica grazia di salvezza. ” Dobbiamo tornare alla fonte della vita, a Gesù, e non solo a Gesù che passa per la Giudea, o a Gesù glorificato in Cielo, ma anche e soprattutto a Gesù Eucaristia. Occorre riportarLo  in modo che possa ancora una volta condurre le nostre società cristiane, che guiderà, che salverà.  Occorre ricostruire un palazzo, un trono reale, una corte di servi fedeli, una famiglia di amici, un popolo di adoratori. 

Senza titolos giuliano Edemard 

  San Pietro Giuliano Eymard

L’opera comincia prima con una serie di pellegrinaggi ai luoghi dei miracoli eucaristici. Migliaia di persone partecipano. Il primo pellegrinaggio al Santissimo Sacramento avvenne nel 1874 ad Avignone dove, per diversi secoli, il Santissimo Sacramento era stato esposto giorno e notte. Subito seguito del pellegrinaggio all’Ostia Miracolosa di Faverney. Questi pellegrinaggi hanno preso gradualmente la forma di piccoli congressi con celebrazioni liturgiche e conferenze. Mons. Mermillod, così preoccupato per il rinnovamento della Chiesa in campo spirituale e sociale, gli suggerì l’idea di un Congresso Eucaristico Universale che potesse servire a ripristinare efficacemente il regno sociale di Cristo. Questa idea si è unita al desiderio che ha acceso il cuore di Emilie Tamisier di riaccendere la fiamma dell’Eucaristia per infiammare il mondo della carità.

Cosa resta ora di questa richiesta, talvolta venata di evidente nostalgia, per un “regno del Cuore di Gesù”? Invece del concetto trionfante di un “regno sociale di Gesù Cristo”, facilmente mascherato da restaurazione teocratica, quello, oggi più ammissibile, è di una “civiltà dell’amore”, il cui seme sarà discretamente il Cuore, sepolto nel cuore del mondo, del Redentore dell’uomo. Inaugurato da Paolo VI l’8 dicembre 1975, questo tema profetico permea profondamente il pensiero politico del suo successore; e non perde occasione per invitare la nostra attuale società permissiva a transitare verso questa “civiltà della verità e dell’amore”, che sola può dare il suo vero contenuto alla libertà umana.

Il primo Congresso Eucaristico Internazionale fu organizzato a Lille nel giugno 1881. Poiché i Padri del Santissimo Sacramento e i Padri Assunzionisti si rifiutarono di assumersi la responsabilità dell’organizzazione, furono i laici, compreso il Sig. Philibert Vrau, che organizzarono in meno di due mesi questo primo congresso. Migliaia di persone si sono riunite per questa occasione, provenienti da dieci paesi diversi. A Leone XIII fu chiesto di impartire la benedizione al progetto dei Congressi Eucaristici, cosa che fece con entusiasmo. Nel 1878 confida ad una persona cara questa fiducia: “Per le opere eucaristiche, concedo tutto”.

Nel 1897, Leone XIII dichiarò Pascal Baylon Patrono delle Opere Eucaristiche.

 

 

 

 


L’ adorazione eucaristica durante la notte

Pubblicato il 2 Marzo 2020

di P Justo Antonio Lo Feudo MSE

 

 

Se si impedisce di adorare di notte l’adorazione non può essere perpetua.

E’ abitudine dire che non ci saranno adoratori durante la notte.

Non è buono infondere ai più e come risposta all’Adorazione Perpetua il proprio scetticismo o i propri timori o desideri. Per prima cosa sempre si deve contare sulla grazia che si percepisce e che, per nostra esperienza, sempre è abbondante.
In certi luoghi, come in Madrid, che essendo parrocchie ridotte per il numero dei fedeli che partecipano alla Messa nei giorni festivi e per di più anziani, la prima cosa che abbiamo cercato di fare e ottenuto è stato il completamento delle ore notturne a partire dalla mezzanotte alle sei del mattino.
Riguardo la notte, si possono dire molte cose. La prima è riguardo agli adoratori delle ore centrali della notte: queste ore sono molto speciali e come dice una madre di 3 piccoli bimbi che scelse un’ora dopo la mezzanotte: “mi piace la notte, perché penso che sia più facile raccogliersi. “La musica silenziosa e la solitudine sonora” di cui parlava San Giovanni della Croce, e che permettono quindi l’elevarsi, il raccogliersi e l’entrare in preghiera. A me risulta più facile durante la notte. E veramente così ho consacrato, ho dedicato e impegnato un’ora settimanale del mio tempo all’Adorazione. Per tanto che uno lavori, questo non è nulla. Un’ora non è assolutamente nulla. Sarebbe realmente qualcosa di insignificante come opera, come azione, se non avesse tutto il valore che … e il senso che Dio gli da. Il senso di fare le cose per amore a Dio. Veramente mi sembra che, né per me né per nessuno, un’ora è nulla. Ma, tuttavia, è la cosa più importante di tutto ciò che faccio.”

Inoltre, gli adoratori che scelgono le ore centrali della notte e dell’alba sono i più fedeli e responsabili.
La notte è molto speciale. Grandi avvenimenti salvifici avvengono durante la notte: l’esodo del popolo ebraico dall’Egitto; la stessa cena pasquale giudaica che perpetua nella memoria l’avvenimento salvifico e che prefigura l’Eucaristia come memoriale e azione di grazie; Giacobbe lotta con Dio durante la notte e diviene Israele; durante una notte gli angeli annunciano ai pastori che il Messia era appena nato a Betlemme ed é stata anche una notte in cui i Magi di Oriente hanno visto la stella che li ha condotti fino a Gesù, il Re di Israele e del mondo;
notte è pure quella dell’Ultima Cena, nella quale Gesù Cristo anticipa sacramentalmente il dono di se stesso e notte, la stessa notte, quella nel Getsemani quando fu arrestato e iniziò la sua Passione; notte anche -“felice notte quella”- quella della sua Resurrezione. Inoltre, ce lo dice la Scrittura, Gesù Cristo passava delle notti intere in preghiera.
La notte implica un maggior sacrificio, ciò che volgarmente intendiamo come sacrificio, e il sacrificio è il linguaggio dell’amore. Gesù sacrificò la sua vita per il Padre, per amore. Per amore noi desideriamo offrirgli qualcosa e glielo diamo in un’ora notturna di adorazione. L’Eucaristia è il sacramento dell’amore, della generosità infinita di Dio verso gli uomini. A questa risposta generosa a questo sacramento di amore, Dio elargisce la sua infinita bontà a tutta l’umanità.
Coloro che sono generosi e accettano di adorare nelle ore più difficili della notte sono quelli che fanno discendere sopra la terra le benedizioni di Dio come pioggia dal cielo. Sono le sentinelle notturne e quelle dell’aurora che faranno spuntare il nuovo giorno. Sono coloro che salgono al Tabor, come diceva un’adoratrice notturna dell’adorazione perpetua: “Fare adorazione lì durante il giorno è come seguire il Signore in Galilea. C’è moltissima gente, finanche una madre con il proprio figlio. La Cappella è strapiena.
Attendere l’alba è come stare sul monte Tabor: ci si dimentica di tutto. Solo lo si guarda.”
Tra i valori dell’adorazione, importante va ricordato anche quello della riparazione. Se l’adorazione implica un sacrificio, come lo può essere adorare durante un’ora dell’alba, la forza riparatrice è quindi maggiore.
Ai grandi mali del mondo si oppone il sommo bene della presenza del Signore che è adorato senza interruzione. L’adorazione eucaristica è la nostra forza, il bene straordinario che vince il male anche straordinario di questo tempo.
Giovanni Paolo II si appellava all’ “ adorazione che mai finisca “ e ci chiedeva di “essere pronti per riparare le grandi colpe e i grandi delitti del mondo” (Dominicae Cenae).
Che non si abbia paura nel mezzo della notte di andare alla cappella di adorazione perpetua. La nostra vita viene dal Signore, che fece il cielo e la terra (cfr Sal 121), l’Onnipotente che ci aspetta nel Santissimo e ci protegge. Non conosco nessun caso di cappella di adorazione perpetua nella quale ci sia stato alcun danno per un adoratore né che ci sia stata alcuna profanazione.
Vi racconto una cosa che mi successe da poco. Quando stavamo vedendo la cappella di adorazione in una città dove sono stato per missione e dove abbiamo impiantato l’adorazione perpetua, mi dicevano che non si poteva aver scelto cappella migliore. Ed è così, perché emblematica, ha la sua storia, è centrale, ma aggiungevano “sarà molto custodita e questo è una gran fortuna.
E’ a fianco della polizia cosicché sarà molto protetta.” A questo risposi: “Allora, è tutto il contrario! Che fortuna ha avuto la polizia ad avere la cappella di Adorazione Perpetua a suo fianco, perché il Signore, che è adorato giorno e notte, li dovrà proteggere”. Ed è così, perché quando gli manifestiamo la nostra fede e anche il nostro amore, rimanendo in adorazione incessante difronte alla sua presenza eucaristica, Lui allora scopre il suo infinito potere, che nasconde il velo eucaristico, proteggendoci da qualsiasi male. Non c’è sicurezza più grande che davanti a Gesù nel Santissimo Sacramento. Dove il Signore è adorato fuggono i demoni, perché nel Santissimo Sacramento è presente lo stesso Gesù che nel Vangelo cacciò i demoni, calmò tempeste, guarì i malati e resuscitò i morti. Non c’è migliore esorcismo per una città che avere l’adorazione perpetua.
L’ A.T. così dice (cfr Bar 5:7) che Dio eliminerà i pericoli dalle strade per il suo popolo, sempre che il popolo cerchi la gloria del suo santuario. Coloro che adorano giorno e notte, coloro che cercano la gloria del santuario, la gloria di Dio, sono coloro che liberano il potere di Dio e portano sicurezza nelle strade. Il tasso di criminalità diminuisce nelle vicinanze della chiesa di adorazione perpetua, anche i suicidi crollano (caso di Trieste che crollarono della metà dopo l’ apertura della AEP), il male retrocede.
Quando si tratta di Adorazione Perpetua dobbiamo tener presente che non è un progetto puramente umano. La risposta entusiasta e a volte traboccante, l’esplosione dello Spirito che significa una insperata accoglienza da parte del popolo fedele, dimostra che la sua origine non è umana, ma che risponde alla volontà di Dio. E’ lo Spirito Santo che muove i cuori dei fedeli, infondendo in loro lo spirito di adorazione e di lode all’Agnello Immolato e presente nell’Eucaristia. L’adorazione al Signore in forma incessante è la risposta che viene dall’alto in tempi di apostasia come questi in cui viviamo, è il gran rimedio che arriva dalla misericordia di Dio per questi grandi mali, quando la guerra già è contro la famiglia, contro la religione, contro la vita, contro ciò che è santo, quando la guerra è contro lo stesso Agnello, “ma l’Agnello li vincerà, perché è il Signore dei signori e il Re dei re e quelli con lui sono i chiamati, gli eletti e i fedeli” (Ap. 17:14).


I principi dell’adorazione perpetua

Pubblicato il 2 Giugno 2017

I PRINCIPI DELL’ ADORAZIONE EUCARISTICA PERPETUA

 

  1. L’ Adorazione Eucaristica Perpetua (AEP) viene mantenuta primariamente da fedeli laici che adorano il Santissimo Sacramento, esposto nell’ostensorio, giorno e notte, tutti i giorni dell’anno, senza interruzione [1]
  2. L’AEP é un dono di Dio alla Sua Chiesa per questi tempi. Quando questa viene accettata apporta grandi benefici alla comunità e diviene una fonte continua di frutti e grazie. Gli adoratori si impegnano personalmente alla continuità dell’adorazione, ma per questo non deve essere percepita come una devozione privata quanto piuttosto “una preghiera che raggiunge il mondo intero, un eminente servizio all’umanità” [2]
  3. L’AEP non é un movimento ma un’azione della Chiesa, richiesta e raccommandata dal Magistero. [3]
  4. Pertanto essa appartiene alla Chiesa intera e tutti i movimenti ecclesiali vi prendono parte.
  5. L’AEP può venire stabilita o in una Diocesi, quando richiesta dal Vescovo, o in una Parrocchia quando effettuata per iniziativa di un Parroco.
  6. L’AEP non intende sostituire altre modalità di adorazione né rimpiazzare altri luoghi di adorazione. All’opposto, come proprio dimostra l’esperienza, dove viene stabilita l’AEP, si diffonde l’adorazione al Santissimo Sacramento in altri luoghi di adorazione.
  7. La cappella di Adorazione Perpetua é un’oasi di pace dove la gente si reca per ricevere –nel silenzio della Presenza divina- nuova forza secondo la chiamata: “Venite a Me, voi tutti che siete affaticati ed oppressi, ed Io vi ristorerò” (Mt 11:28), e creare un’oasi temporanea nella quotidiana confusione e agitazione per trovarsi alla Divine Presenza. “Fermatevi e sappiate che Io sono Dio” (Salmi 46:11).
  8. Gli adoratori sono invitati ad impegnarsi per un’ora di adorazione settimanale. Grazie al loro impegno continuativo la Cappella di Adorazione resta aperta per chiunque ed a qualsiasi ora. Gli adoratori, zelanti guardiani dell’Eucarestia, garantiscono che il Santissimo Sacramento non sia mai lasciato solo.
  9. Per mezzo dell’Adorazione Perpetua, il Signore chiama, dalla Sua dimora Eucaristica, ogni persona senza esclusione di alcuna.
  10. Le persone sono chiamate individualmente a prendere parte all’AEP, rispondendo liberamente al primo comandamento: “Il Signore tuo Dio è Colui che tu devi adorare, Lui solo tu devi servire.” (Mt 4:10). Inoltre, per ciascun adoratore, “l’atto di adorazione fuori dalla Messa prolunga ed intensifica tutto ciò che ha luogo durante la stessa celebrazione liturgica” [4].
  11. L’ininterrotta catena di adoratori ha come unico motivo ed ultimo scopo che il Santissimo Sacramento sia adorato giorno e notte. Per mezzo dell’AEP la comunità tributa grande onore e gloria al Signore poiché “degno é l’Agnello che fu sacrificato di ricevere potenza, ricchezza, sapienza, forza, onore, gloria e benedizione” (Ap. 5:12) e di essere adorato incessantemente per tutto ciò che fece per la nostra salvezza (cfr Ap. 5:9).
  12. Nonostante le persone siano state invitate individualmente esse diventano una fraternità Eucaristica, sono chiamate a formare una comunità di fede e d’amore attorno a Gesù nell’Eucarestia, sacramento e legame di unità.
  13. L’Adorazione avviene in silenzio, fatto che sottolinea la maestà della divina presenza (shekina) e che consente un clima di meditazione e rispetto verso gli adoratori. Il silenzio favorisce anche l’intimità oltre all’ascolto del Signore ed un autentico incontro con Lui.
  14. Le persone che fungono da coordinatori sono sempre al servizio della Chiesa. Si prendono cura attentamente del buon funzionamento dell’AEP, assicurandosi che l’Adorazione non si interrompa mai, e, al tempo stesso, essi partecipano, assieme al Sacerdote, anche alla formazione di altri fratelli adoratori.

[1] Eccetto durante il Venerdì e Sabato Santo e quando la S. Messa viene celebrata nella cappella.

 

[2] Lettera di Monsigonr Albert Houssiau, Vescovo della Diocesi di Liegi, per il 750° anniversario festa del Corpus Domini.

 

[3] Cfr. Lettera della Congregazione del Clero incoraggiante la maternità spirituale dei preti attraverso l’adorazione continua. L’AEP é già stata raccomandata nella Redemptionis Sacramentum (#134, 136, 140, 141) e Sacramentum Caritatis (# 66, 67).

 

[4] Benedetto XVI, Sacramentum Caritatis, # 66.


Sul silenzio nell’adorazione perpetua

Pubblicato il 2 Giugno 2017

                           

                  MISSIONARI DELLA SANTISSIMA EUCARISTIA

Chiarisco questo importantissimo soggetto qual è preservare il silenzio nella cappella dove il Santissimo Sacramento è adorato in Adorazione Perpetua. Quanto sarà ora detto, va riferito soltanto all’Adorazione perpetua e non ad altre modalità che non escludono canti e preghiere dette ad alta voce. Queste sono tutte ovviamente modalità rispettabili che non intendo discutere circa la loro validità ma semplicemente ribadire cosa si deve comprendere come Adorazione Perpetua. Adorazione Eucaristica Perpetua è adorare sempre il Signore in silenzio. “Sempre” significa mai interrompere l’adorazione e mai interrompere il silenzio. In altre parole, le note caratteristiche sono la perpetuità dell’adorazione nella permanenza del silenzio adorante.

Il silenzio ha un grandissimo valore perché solo nel silenzio è possibile ascoltare Dio. Dio abita nel silenzio. Perciò dobbiamo custodire il silenzio, custodire la grazia di avere un luogo sacro dove si adora solo in quel silenzio che favorisce l’incontro con il nostro Creatore e Salvatore. Quando così adoriamo il Santissimo, è Lui, il Signore, che dalla sua Presenza eucaristica parla al nostro silenzio.

 

Il diritto al silenzio viene dal dovere di ascoltare Dio e dal bisogno di guarire da tanto rumore malsano che trascina e inquina le nostre anime. Infatti, abbiamo l’urgente necessità di avere il nostro deserto perché Dio ci chiama al silenzio del deserto: “Io la sedurrò (l’anima), la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore” (Os 2:16). I profeti Mosè, Elìa, Giovanni il Battista, si incontrano con Dio nel silenzio del deserto. Nostro Signore si allontanava per pregare ed adorare il Padre nel silenzio e passava notte intere in adorazione.

 

Nella Santa Messa si deve rispettare il sacro silenzio dopo la comunione sacramentale per approfondire quell’intimo incontro personale. Lo stesso accade durante l’adorazione silenziosa, perché è questo proprio stesso sacro silenzio che permette in modo eccelso quella comunione, quel “rimanere in Lui e Lui in noi che porta molto frutto” (Cf. Gv 15:5). Quando lasciamo che in quei momenti di apparente inazione, di silenziosa quiete è Lui che agisce e ci trasforma, sono i momenti in cui meglio accogliamo le sue grazie e intensifichiamo il nostro rapporto di amore e di fede col Signore. Perciò il silenzio è essenziale alla nostra crescita spirituale.

 

Il silenzio di cui vi parlo è il silenzio sacro dove lasciamo tutto lo spazio al Signore. Si tratta di quel silenzio esteriore che aiuta il necessario silenzio interiore. Per esperienza propria sappiamo che quando si arriva alla cappella di adorazione si porta con sé il rumore del mondo e la risonanza di quel rumore nei nostri cuori, e in più tutto ciò che noi stessi generiamo e che ci allontana da Dio. Quante volte dobbiamo passare forse mezz’ora o di più, prima di tranquillizzare il nostro animo, acquietare i nostri pensieri!

 

Il silenzio non ci isola dagli altri ma fa sì che tutti rimaniamo centrati nel Signore che adoriamo. Il Silenzio è anche rispetto per l’altro. E’ permettere a ciascuno di avere il suo proprio rapporto con Dio. Mentre uno, magari recita silenziosamente il suo Rosario, un’altro medita la Parola, un altro è coinvolto nelle sue preghiere di intercessione, oppure si lascia abbracciare dal Signore. E tutto avviene in quel silenzio eloquente che ci permette di penetrare nel più profondo del suo amore, come la colomba nascosta nelle fenditure della roccia. Così l’anima si fonde silenziosamente in Dio, nel cuore di Cristo trafitto per amore e viene sigillata con la pace.

 

Il Silenzio accoglie chi è lontano da Dio e arriva alla cappella perché il Signore lo ha chiamato (e lui non lo sa). Questa persona niente sa di preghiera ma percepisce (questa è l’unanime testimonianza che raccogliamo da tutte le cappelle) la pace che viene da quell’atmosfera silenziosa ma piena della presenza di Dio. Entra e rimane lì e desidera tornare per ritrovare quella pace, quel silenzio tanto accogliente in cui la grazia di Dio può agire senza interferenze.

 

Ciononostante il Signore agisca sempre e in ogni circostanza, la presenza del Signore che viene adorato nel Santissimo Sacramento in silenzio dimostra come in questo ambito si fa presente con tanta maggior efficacia il Suo potere di attrazione da Cuore a cuore. Nel silenzio adorante avvengono la nascita della vita interiore e la costante crescita spirituale. Per questo non dobbiamo avere paura del silenzio.

 

A volte viene richiesta anche solo un’ora al mese di animazione con canti o preghiere vocali ma anche questo non deve avvenire nella cappella di adorazione perpetua perché una volta che si apre all’eccezione si è aperta la porta ad altre ore “eccezionali”. Così come non si può interrompere l’adorazione allo stesso modo non si deve interrompere il silenzio.

 

Dall’altra parte, sempre ci saranno diverse occasioni in altri luoghi, fuori delle cappelle di Adorazione Perpetua, per esprimere la fede a voce, per cantare e lodare Dio con la musica.

Che i nostri canti e i nostri inni di lodi si alzino a Dio nel silenzio!

“Cari fratelli e sorelle!

Non abbiamo paura di fare silenzio fuori e dentro di noi, se vogliamo essere capaci non solo di percepire la voce di Dio, ma anche quella di chi ci sta accanto, degli altri”

(Papa Benedetto XVI. 4 luglio 2010)

 

Dio benedica tutti voi, carissimi amici.

 

In perpetua unione di adorazione,

 

 

Padre Justo Antonio Lo Feudo MSE

 

 

 

 

 


Intervista sull’Adorazione Eucaristica Perpetua

Pubblicato il 8 Ottobre 2016

Si potrebbe presentare e dirci qual è la sua missione?

  1. Justo Antonio Lo Feudo: Certo. Appartengo ad una comunità missionaria. La nostra missione è ravvivare il culto eucaristico e, in particolare, l’adorazione perpetua. Come missionario, il mio proposito immediato è quello di svegliare e sensibilizzare i fedeli all’adorazione e all’adorazione perpetua in particolare. Parto da un primo proposito: aiutare le persone a comprendere che celebrazione e adorazione eucaristiche non sono cose separate ma vanno insieme.

Nella missione ciò che facciamo per prima cosa è risvegliare alla verità della fede nell’Eucaristia, come sacramento-memoriale del sacrificio che diventa attuale, sacramento-banchetto sacro, sacramento-comunione e sacramento-presenza. Da questo il centro della missione è mostrare la necessità e centralità dell’adorazione, non come qualcosa di facoltativo, non come una devozione in più ma come necessaria alla nostra condizione di creature e figli di Dio.

Che cosa spinge all’Adorazione?

Padre Lo Feudo: Innanzitutto, l’Adorazione è la relazione connaturale con Chi è il nostro Dio e il nostro Salvatore. Tutti i credenti, per il fatto di essere credenti, adorano Dio. Noi adoriamo il vero Dio rivelato da Gesù Cristo, il Dio Trino e Uno. Il cristiano adora Cristo perché riconosce in Gesù di Nazareth il Figlio di Dio che è Dio. E noi cattolici Lo adoriamo nella sua presenza eucaristica. Infatti, noi Lo adoriamo nell’Eucaristia, dove veramente, realmente e sostanzialmente è Lui presente. L’Eucaristia è il più grande tesoro della Chiesa offerto a tutti perché tutti possano in essa ricevere abbondanti grazie e benedizioni. Mi affretto a dire che quest’asseverazione che è il grandissimo tesoro offerto a tutti mai giustificherà il fatto di riceverla indegnamente o in peccato mortale. L’Eucaristia è il sacramento che fa presente la Persona di Cristo e il suo sacrificio e ci permette di entrare in comunione con Dio e tra di noi. L’Adorazione eucaristica è la riconoscenza della gloria di Dio e anche la risposta alla sua chiamata. E’ la risposta alla Santissima Trinità nel Padre, che cerca adoratori in spirito e verità (Cfr. Gv 4:24), all’invito del Figlio che ci dice: “Venite a Me…” (Cfr. Mt 11:28), e alla mozione interiore che viene dallo Spirito Santo e ci fa diventare adoratori. L’Adorazione, ha detto il Papa Benedetto XVI, non è un lusso ma una priorità. Tutti noi abbiamo bisogno di adorare il Signore.

 

Allora l’Adorazione è un culto o una devozione speciale.

Padre Lo Feudo: E’ il culto dovuto soltanto a Dio, “Il Signore tuo Dio adorerai e a Lui solo renderai culto” (Mt 4:10), dice il Signore. Non è una devozione in più come alcuni erroneamente credono. E’ la devozione per antonomasia. Per capire meglio, cominciamo dalla Messa. La Messa stessa è l’atto più sublime di adorazione ma l’adorazione non si ferma lì perché va oltre l’Eucaristia celebrata. Il dono infinito che il Signore ha fatto di Se stesso non è stato dato solo per essere celebrato ma anche contemplato. Come insegna il Magistero, la vera comunione è anche un restare con il Signore oltre l’atto stesso della comunione sacramentale vissuta nella Messa. Peraltro ogni comunione implica adorazione, come ricordava Benedetto XVI in Sacramentum Caritatis, riprendendo appunto le parole di Sant’Agostino: “Nessuno mangia questa carne senza prima adorarla; peccheremmo se non la adorassimo” (Sac. Car. 66). Vuol dire nessuno fa la comunione senza un atteggiamento di profonda adorazione perché chi si riceve nientemeno che la Persona di Cristo, cioè Dio. Nell’Adorazione frequente gli adoratori incontrano pace, sollievo, risposte, benedizioni e la stessa fonte dell’amore da dove prendere le forze per amare. Per fare semplicemente un esempio: questa era l’esperienza della santa Madre Teresa di Calcutta e delle sue missionarie della Carità. E’ dall’Adorazione quotidiana che prendono la forza e l’amore per andare tra i più poveri dei poveri.

In cosa consiste l’Adorazione perpetua? Che cosa c’è in più rispetto all’adorazione comune?

Padre Lo Feudo: L’Adorazione perpetua avviene quando il Santissimo Sacramento è esposto all’adorazione dei fedeli giorno e notte, tutti i giorni dell’anno. Se, come abbiamo detto, l’adorazione eucaristica è la devozione per antonomasia, allora il culmine di questa devozione è quando l’adorazione diviene perpetua. Per mezzo della perpetuità dell’adorazione, del fatto che mai si interrompe, da una parte si esalta ininterrottamente la verità della fede nella presenza reale, unica, sostanziale di Gesù Cristo nel augusto sacramento, e da un’altra la nostra adorazione terrena si unisce a quella del Cielo, dove “giorno e notte”, si adora, si loda, si benedice, si rende onore e gloria all’ Agnello e a Colui che sta nel Trono, (Cfr Ap 4:8-11).

Possiamo anche dire che adorazione perpetua è la risposta di fede e di amore che permane lungo il tempo verso Chi non cessa di essere Dio e di amarci di amore eterno. Poi, c’è qualcosa in più da dire: il nostro modello di adorazione perpetua è lo stesso Gesù Cristo. Solo Lui ha potuto adorare il Padre infinitamente e in continuazione. Noi prendiamo il suo esempio per fare lo stesso, adorare sempre, non come singoli ma in quanto comunità. Così per mezzo dell’adorazione perpetua la comunità mette Dio al primo posto, al centro della vita delle persone, della parrocchia, della città, e prega senza sosta mentre rende grandissimo onore e gloria al Signore.

In termini pratici adorazione perpetua significa Dio sempre adorato e chiesa sempre aperta. Per tutti questi motivi è unica.

Altri aspetti particolari dell’Adorazione Perpetua?

Si fa sempre in silenzio e perciò una cappella di Adorazione Perpetua è anche scuola di silenzio e di ascolto. Nel silenzio del cuore si può arrivare ad ascoltare Dio (ovviamente non parlo di locuzione ma di ispirazioni), conoscere la sua volontà per discernere non soltanto ciò che è buono ma anche quello che è perfetto. La cappella è anche scuola di preghiera e perciò di crescita spirituale. E’ tutto questo in un modo continuo, permanente lungo il tempo. In certe parrocchie e città ci sono dei sacerdoti che danno un servizio di ascolto e di confessioni lungo la giornata. Davvero, l’adorazione perpetua è fonte di acqua viva che disseta chi ha sete di vita. In questi tempi di buio è un faro nella notte del mondo. Una cappella di adorazione perpetua è una porta che si apre al Cielo e che rimane aperta. Da essa sgorgano grazie e benefici che portano anche grandi conversioni.

 

Come si adora e come si fa a diventare adoratori e a partecipare all’Adorazione perpetua?

Padre Lo Feudo: Alla domanda di come si adora la risposta migliore sarebbe: con tutto il cuore, con tutto l’essere, coscienti di essere dinanzi alla presenza di Colui che è il nostro Dio. Ma non sempre siamo così coscienti, non sempre arriviamo ben disposti. Allora occorre entrare in atteggiamento di adorazione e questo significa entrare con umiltà al mistero eucaristico. Dobbiamo farci piccoli davanti alla presenza di Dio. Dobbiamo saperci bisognosi di Dio. Ricordare le parole di Cristo: “senza di me non potete fare nulla” (Cfr. Gv 15:5). Rispetto, santo timore di Dio, reverenza, umiltà, tutto questo fa parte di un atteggiamento adorante. Inoltre, come è stata già detto l’Adorazione perpetua è in silenzio. Non siamo abituati al silenzio, c’è molto rumore anche dentro di noi. Il silenzio esteriore favorisce il silenzio interiore. Restare in silenzio contemplando il mistero, lasciandosi abbracciare da quella presenza divina che parla al nostro silenzio è adorare. Non importa se non sappiamo cosa fare, se a volte siamo aridi perché Egli sa tutto di noi e sa che siamo lì davanti perché crediamo che Egli è presente. La nostra piccola fede e il nostro povero amore sono accettati e il Signore agisce su di noi guarendo le nostre ferite, portandoci la pace, la gioia magari perduta, dando risposta ai nostri quesiti. Quel tempo che siamo dinanzi al Santissimo Sacramento è molto benedetto da Dio. Egli moltiplica il nulla che diamo con benedizioni, grazie e tutto quello che soltanto Dio può darci, nessun altro al mondo fuori da Lui. Durante l’adorazione non dovrebbe mancare mai il ringraziamento al Signore per tutto quello che ci ha dato e che ci dà, cominciando dalla nostra vita. Dobbiamo ringraziarlo, benedirlo, lodarlo. Magari con i salmi o con altre brani della Sacra Scrittura o spontaneamente. Poi, c’è la dimensione di riparazione per tutte le gravissime offese che si commettono contro Dio, i sacrilegi, le profanazioni, gli oltraggi al suo Santo Nome, al Nome di Maria e a quelli di tutti i santi. Riparare per gli oltraggi a tutto ciò che è santo. Riparare anche per tanta indifferenza e disprezzo verso il Signore.

In termini molto pratici: Si partecipa dell’Adorazione perpetua, facendosi disponibile a stare nella cappella con il Signore almeno un’ora settimanale. Vede? Si richiede quasi nulla per così grande opera.

Ma, non esiste il pericolo che diventi un intimismo, ossia che le persone si chiudano in loro stesse? Che provochi una sorte di egoismo spirituale?

E’ vero che in un certo senso l’adorazione è personale, ma trascende questo orizzonte per trasformarsi in comunitaria, perché crea una fraternità eucaristica, della quale tutti si riconoscono membri e vivono la propria fede ciascuno nella sua intimità ma tutti facendo parte di una sola comunità di adoratori. Si vede, ad esempio per l’allegria condivisa quando si apre una nuova cappella di adorazione perpetua e come gli stessi adoratori intercedono gli uni per gli altri.

Gli adoratori riuniti e uniti intorno al Santissimo, che si succedono e coincidono nel tempo, in continuazione, rappresentano la vite e i tralci di cui ci parla il Signore, tutti uniti in e a Lui, rimanendo nel suo amore per dar molto frutto (cf Gn 15). L’Adorazione Perpetua ci mostra come essere Chiesa, come vivere la comunione di amore nel Signore. Inoltre, all’ Adorazione Eucaristica Perpetua prendono parte tutti i movimenti. Tutte le realtà spirituali ed ecclesiali vengono rappresentate. Tutti ci riuniamo intorno al sacramento di amore e di unità.

In definitiva, Adorazione Eucaristica Perpetua è testimonianza incessante e fonte permanente di grazie. Questo è speciale e unico. Testimonianza incessante. Fonte permanente di grazie.

Ma le persone non hanno contatto tra di loro perché, tra l’altro, è silenziosa. Allora rimaniamo nel rapporto esclusivamente personale.

Certamente l’adorazione va indirizzata per primo a Dio e questo comporta necessariamente un rapporto tutto personale, però al tempo stesso coinvolge gli altri. Sebbene l’adorazione significhi obbediente soggezione a Dio per via della fede e del amore verso di Lui, allo stesso tempo Dio fa che non si esaurisca lì. Perché no? Perché Gesù Cristo, a chi adoriamo, non è soltanto l’unica Via al Padre ma l’unica vera via d’amore verso l’altro. Dall’altra parte chi è davanti al Santissimo porta il suo mondo con sé, il mondo dei suoi amici, dei suoi cari, e delle sue conoscenze per chi intercede ed eleva suppliche al Signore. Finalmente, con la sua presenza l’adoratore permette addirittura che altre persone per lui sconosciute possano avvicinarsi. Così contribuisce al beneficio di molti.

Ossia che l’Adorazione Perpetua è un grande contributo per l’incontro di molte persone, magari per la salvezza di molti.

Infatti! Sappiamo che molti fedeli soffrono perché le nostre chiese stanno spesso chiuse e loro non possono entrare e trovare la pace di un incontro col Signore. Una cappella sempre aperta è il segno delle braccia sempre aperte di Gesù, disposto ad accogliere e a guarire tutti coloro che lo cercano. Papa Giovanni Paolo II, all’inizio del suo pontificato fece clamore con la sua chiamata accorata: “Non abbiate paura. Aprite le porte a Cristo! Spalancate le porte a Lui!” L’Adorazione Perpetua è la risposta a questa chiamata che potenzia le risposte personali di conversione al Salvatore. E’ testimonianza che interroga il mondo, attrae coloro che cercano Dio e richiama l’ attenzione di chi è lontano dal Signore perche si avvicini a Lui.

Abbiamo sentito che lei abbia accennato l’adorazione perpetua sia anche parte della nuova evangelizzazione. Come avviene questo?

  1. Lo Feudo: La missione in se stessa è evangelizzazione perché sensibilizza, richiama alla verità della fede. Poi il fatto che la cappella dell’adorazione perpetua stia sempre aperta è un invito continuo all’incontro con il Signore. Così la cappella di adorazione perpetua diventa un centro concreto di evangelizzazione, dove l’incontro è fattibile per tutti i fedeli, iscritti o meno, che possono sostare davanti al Santissimo quanto e quando vogliono. Per l’altro non dobbiamo dimenticare l’aspetto sopranaturale, perché in realtà è il Signore che attrae, che chiama a questi incontri personali. Questo si fa evidente quando vediamo venire alla cappella anche i più lontani a trovare pace e che poi ritornano e intraprendono un cammino di conversione. Il Signore chiama tutti a ogni momento e noi facciamo possibile l’incontro perché sia che le porte siano aperte sempre sia che possano aprirsi, dal momento che giorno e notte c’è almeno una persona davanti al Santissimo in adorazione. Inoltre, la cappella sempre aperta all’adorazione permette alle persone di fermarsi nella corsa frenetica della vita e scoprire Dio che li ama, che li aspetta, che dà sollievo alla loro vita. Solo davanti a Gesù si trovano serenità e pace nei momenti di sconforto, di desolazione, di angoscia, di tristezza e di solitudine perché Lui è la Vita, la pace stessa e il primo Consolatore e fonte di ogni speranza. Perciò un effetto, diciamo un frutto importante, dell’adorazione è che avendo le persone ricevuto pace e grazie di ogni tipo, diventano loro portatori delle grazie ricevute, di pace al loro ambiente di vita.

L’evangelizzazione eucaristica si estende agli adoratori che si fanno propagatori e invitano altri a venire, e che si succedono giorno e notte, tutti i giorni, danno esempio di come ci si deve comportare col Signore. Sono loro che diventano autentici testimoni di fede e di amore verso Gesù Cristo realmente presente e vivo nel Santissimo Sacramento. La loro adorazione interpella altri che sono stati magari indifferenti o lontani da Dio.

Tramite l’adorazione perpetua possiamo controbattere la mancanza di testimonianza e di rispetto, di reverenza, di gesti di adorazione che non di rado si vedono nelle chiese dove non si dà l’importanza dovuta all’Eucaristia. E pure questo è evangelizzazione.

Mons. Dominique Rey, il nostro Vescovo, ha scritto che “l’adorazione eucaristica è anche un’evangelizzazione del tempo. Si tratta di vivere l’istante presente dell’ incontro eterno con Dio attraverso la presenza reale del corpo eucaristico di Gesù Cristo… Occorre rifiutare l’ impazienza per centrarsi in Cristo. Si tratta di contemplare la permanenza dell’Amore, della sua fedeltà che richiama la nostra”.

Ha detto che una caratteristica dell’adorazione eucaristica perpetua è il silenzio. Perché il silenzio?

  1. Lo Feudo: In un mondo pieno di rumori che ci tolgono la pace, che ci distraggono dell’essenziale è importante coltivare il silenzio. Non un silenzio qualsiasi, non un silenzio di meditazione orientale ma un silenzio pieno, abitato da una Presenza, la Presenza del Signore. Inoltre, il silenzio permette rispettare l’altro che ha il suo proprio rapporto, il suo dialogo, la sua preghiera con Dio. Per questo il silenzio viene custodito. E così l’adorazione eucaristica perpetua diviene scuola di silenzio. Davanti ad un tal mistero ineffabile si fermano le parole per diventare solo silenzio adorante, solo Presenza che parla ad altra presenza. In una cappella di Adorazione Perpetua notte e giorno si eleva a Dio, come dirà san Gregorio Nazianzeno, un inno di silenzio.

Ci può ricordare cosa dice il Magistero della Chiesa al riguardo dell’adorazione perpetua?

  1. Lo Feudo: Nella sua Lettera Apostolica «Dominicae Cenae», del 24 febbraio 1980, scriveva il Santo Papa Giovanni Paolo II: “La Chiesa e il mondo hanno grande bisogno del culto eucaristico. Gesù ci aspetta in questo sacramento dell’amore. Non cessi mai la nostra adorazione.” Evidentemente parlava di adorazione perpetua.

Attraverso importanti documenti della Chiesa, si fa riferimento all’ Adorazione Perpetua, tra quelli vorrei menzionare l’Istruzione per il Culto Redemptionis Sacramentum (nei numeri 136, 140 e 141) di Giovanni Paolo II; e l’Esortazione Apostolica Post-Sinodale Sacramentum Caritatis (núm. 66 e 67) di Benedetto XVI.

Nel giorno dell’ Immacolata Concezione del 2007, la Congregazione per il Clero, (Cardinale Hummes) ha invitato i Vescovi di tutto il mondo a dedicare un tempio all’ Adorazione Perpetua per il mantenimento spirituale di tutto il clero e per chiedere pie e sante vocazioni.

Nella lettera del Cardinale Mauro Piacenza al Vescovo Mons. Dominique Rey, 4 marzo di 2011: “Non si può sottovalutare l’importanza di adorare il Signore nel Santissimo Sacramento, sapendo che l’Adorazione è l’atto di culto più alto del Popolo di Dio e un efficace mezzo per promuovere la santificazione del Clero, la riparazione per i peccati e le vocazione per il Sacerdozio e per la Vita Consacrata. … in ogni diocesi ci dovrebbe essere almeno una chiesa, una cappella, un santuario dedicati all’adorazione eucaristica perpetua”.

Può dirci le obiezioni e gli ostacoli che trova lei nelle sue missioni per stabilire l’adorazione perpetua?

  1. Lo Feudo: Ci sono coloro che dicono –come si è già detto- che l’ adorazione sia pietismo, che separa il fedele dal compromesso sociale. Abbiamo già dato qualche risposta al riguardo. Altri invece ritengono che offre un modo meraviglioso di evangelizzare e che da essa si metta in moto la missione. Sono visioni opposte. C’è anche tutta una corrente protestante nella Chiesa che dice “Dove sta scritto nella Bibbia che occorre adorare l’Eucaristia?”

Non si rende conto che noi abbiamo grande bisogno di comunicarci con Dio e ricevere da Lui tutto ciò che poi dobbiamo dare agli altri. Nulla di buono né di santo posso dare io se prima non l’ho ricevuto da Dio e ciò si riceve nei momenti di adorazione. L’adorazione è cammino di santità, di purificazione perché comprendiamo che per adorare il Santo dobbiamo essere noi santi.

Di fronte a tante obiezioni all’adorazione e in particolare all’adorazione perpetua, la prima domanda che ci dobbiamo fare è se in verità i cattolici credono che Gesù Cristo, la sua divina persona, è realmente presente nell’Eucaristia. E’ duro da ammettere ma per l’importanza (poca o nulla) che gli si da, per la mancanza di rispetto e di unzione e per l’ estrema ignoranza che esiste riguardo a ciò che è sacro, sembrerebbero che pochi siano i battezzati che credono in questa verità di fede. E’ sufficiente assistere ad alcune Messe per rendersi conto come si ignora il mistero, e quanti sono caduti nella banalizzazione dell’Eucaristia dandole ogni volta meno importanza.

Abbiamo bisogno urgentemente di recuperare o far nascere lo stupore davanti a un dono così ineffabile, a così preziosissimo tesoro. In questo senso, grandissima è l’importanza dell’Adorazione Eucaristica Perpetua per risvegliare al mistero.

Occorre avvertire che spesso siamo noi a ostacolare l’azione dello Spirito Santo e sottovalutiamo la risposta dei fedeli. Per esempio, è frequente ascoltare l’obiezione che la parrocchia ha già alcune ore di adorazione e sono pochi coloro che aderiscono, a ciò si risponde con l’ evidenza che quando si limita il numero di ore nelle quali il Santissimo è esposto, stiamo anche limitando il numero di persone che possono andare ad adorare. Uno dei grandi vantaggi dell’adorazione perpetua è che tutte le ore e tutti i giorni sono disponibili, perciò risulta più facile trovare un’ ora e un giorno per adorare.

D’altra parte, dobbiamo sempre contare con la grazia, giacché questo progetto è stimolato e incitato dallo Spirito Santo che agisce nei cuori e nelle menti delle persone. Il principale compito del missionario che aiuta ad impiantare l’Adorazione Perpetua è cooperare con queste grazie tramite le prediche di sensibilizzazione e catechesi.

La maggiore opposizione di solito viene per ragioni di sicurezza degli adoratori, soprattutto per la notte ( ciò che è curioso è che l’ osservazione viene soprattutto da quelli che non adorano di notte e molte volte da coloro che neanche adorano a nessuna ora). Insieme alle obiezioni già menzionate queste sono le principali che si ripetono sempre.

Prendiamo come esempio la notte, se si impedisce di adorare di notte l’adorazione non può essere perpetua. E’ abitudine dire che non ci saranno adoratori durante la notte. In questo vale il precedente detto: non si deve influenzare la maggioranza e la risposta all’Adorazione Perpetua con il proprio scetticismo o i propri timori o desideri. Sempre e per primo si deve contare sulla grazia che si percepisce, ed è la nostra esperienza, sempre abbondante.

Ci sono stati luoghi, come Madrid, che essendo parrocchie ridotte per il numero dei fedeli che vanno a Messa nei giorni festivi e per di più anziani, la prima cosa che avevamo cercato di fare e abbiamo ottenuto fu il completare le ore notturne a partire dalla mezzanotte alle sei del mattino. Chi l’ha fatto? La grazia. Noi abbiamo soltanto aiutato e non impedito che essa si manifestasse.

Che non si abbia paura nel mezzo della notte ad andare alla cappella di adorazione perpetua. La nostra vita viene dal Signore, che fece il cielo e la terra (cfr Sal 121), l’ Onnipotente che ci aspetta nel Santissimo e ci protegge.

Non c’è sicurezza più grande che davanti a Gesù nel Santissimo Sacramento. Dove il Signore è adorato fuggono i demoni. Perché nel Santissimo Sacramento è presente lo stesso Gesù che nel Vangelo cacciò i demoni, calmò tempeste, guarì i malati e resuscitò i morti. Non c’è migliore esorcismo per una città che avere l’adorazione perpetua. L’Antico Testamento così dice (cfr Bar 5:7) che Dio eliminerà i pericoli dalle strade per il suo popolo, sempre che il popolo cerchi la gloria del suo santuario. Coloro che adorano giorno e notte, coloro che cercano la gloria del santuario, la gloria di Dio, sono coloro che liberano il potere di Dio e portano sicurezza nelle strade. Il tasso di criminalità diminuisce nelle vicinanze della chiesa di adorazione perpetua, anche i suicidi crollano ( il caso di Trieste dove crollarono della metà i suicidi dopo l’ apertura della cappella di Adorazione Perpetua), il male retrocede.

Certamente, non sarà facile trovare adoratori per coprire le ore notturne. O non è così?

  1. Lo Feudo: Riguardo la notte, si possono dire molte cose. La prima è che coloro che adorano durante le ore centrali della notte sanno molto bene che queste ore sono speciali e come dice una madre di 3 piccoli bimbi che scelse un’ ora dopo la mezzanotte: “mi piace la notte, perché penso che sia più facile raccogliersi.”La musica silenziosa e la solitudine sonora” di cui parlava San Giovanni della Croce, permettono così l’elevarsi, il raccogliersi e l’ entrare in preghiera. A me risulta più facile durante la notte. E veramente così ho consacrato, ho dedicato e impegnato un’ora settimanale del mio tempo all’adorazione. Per tanto che uno lavori, questo non è nulla. Un’ora non è assolutamente nulla. Sarebbe realmente qualcosa di insignificante come opera, come azione, se non avesse tutto il valore che….. e il senso che Dio gli da. Il senso di fare le cose per amore a Dio. Veramente mi sembra che, né per me né per nessuno, un’ora sia nulla. Ma, tuttavia, è la cosa più importante di tutto ciò che faccio.”

Inoltre, gli adoratori che scelgono le ore centrali della notte e dell’alba sono i più fedeli e responsabili.

La notte implica un maggior sacrificio, ciò che volgarmente intendiamo come sacrificio, e il sacrificio è il linguaggio dell’amore. Gesù sacrificò la sua vita per il Padre per amore. Per amore noi desideriamo offrirgli qualcosa e glielo diamo in un’ora notturna di adorazione. L’Eucaristia è il sacramento dell’amore, della generosità infinita di Dio verso gli uomini. A questa risposta generosa a questo sacramento di amore, Dio elargisce la sua infinita bontà a tutta l’umanità.

Coloro che sono generosi e accettano di adorare nelle ore più difficili della notte sono quelli che fanno discendere sopra la terra le benedizioni di Dio come pioggia dal cielo. Sono le sentinelle notturne e quelle dell’aurora che faranno spuntare il nuovo giorno. Sono coloro che salgono al Tabor, come diceva un’adoratrice notturna dell’ adorazione perpetua: “Fare adorazione lì durante il giorno è come seguire il Signore in Galilea. C’è moltissima gente fin’anche alcuna madre con il proprio figlio. La Cappella è strapiena. Attendere l’alba invece è come stare sul monte Tabor: ci si dimentica di tutto. Solo lo si guarda.”

Lei ha parlato della grazia. Certamente da molto tempo esiste una corrente pseudo razionalista che fa a meno della grazia, della sopranaturalità

Quando si tratta di Adorazione Perpetua dobbiamo tener presente che non è un progetto puramente umano. Anzi, è un progetto divino e la prova è proprio tutti i luoghi dove abbiamo stabilito l’Adorazione Perpetua che erano umanamente impossibile di averli se non fosse stato per la pura grazia di Dio. La risposta entusiasta e a volte traboccante, l’ esplosione dello Spirito che significa una insperata accoglienza da parte del popolo fedele , dimostra che la sua origine non è umana, ma che risponde alla volontà di Dio. E’ lo Spirito Santo che muove i cuori dei fedeli, infondendo in loro lo spirito di adorazione e di lode all’ Agnello Immolato e presente nell’ Eucaristia. L’adorazione al Signore in forma incessante è la risposta che viene dall’ alto in tempi di apostasia come questi in cui viviamo, è il gran rimedio che arriva dalla misericordia di Dio per questi grandi mali, quando la guerra già è contro la famiglia, contro la religione, contro la vita, contro ciò che è santo, quando la guerra è contro lo stesso Agnello, “ma l’ Agnello li vincerà, perché è il Signore dei signori e il Re dei re e quelli con lui sono i chiamati, gli eletti e i fedeli” (Ap. 17:14).

 

Un’epoca c’erano confraternita e anche comunità riparatrici, Non ce ne sono più?

  1. Lo Feudo: Tra i valori dell’ adorazione, importante va ricordato anche quello della riparazione. Se l’adorazione implica un sacrificio, come lo può essere adorare durante un’ora dell’ alba, la forza riparatrice è quindi maggiore.

Giovanni Paolo II si appellava all’ ”adorazione che mai finisca ” e ci chiedeva di “essere pronti per riparare le grandi colpe e i grandi delitti del mondo” (Dominicae Cenae).

Ritorniamo alle obiezioni. Ci sono alcuni che dicono che l’Eucaristia è stata data soltanto per essere celebrata non adorata. Che cosa risponde?

  1. Lo Feudo: All’obiezione circa il mandato del Signore, che disse “mangiate” e non “adorate”, ovvero che il pane eucaristico non sia stato donato per essere contemplato ma mangiato, possiamo rispondere –come fece il Santo Padre Benedetto XVI in Sacramentum Caritatis (Cfr n. 66)- con parole di sant’Agostino: “nessuno mangi di questa carne senza prima adorarla… peccheremmo se non la adorassimo”. La comunione sacramentale implica un incontro con Colui che è nostro Dio e Salvatore e per lui stesso lo si adora, e l’ adorazione al di fuori della Messa non è che prolungare questo incontro. Potremmo dire che non c’è profonda comunione sacramentale senza adorazione così come nemmeno esiste vera adorazione senza comunione spirituale.

Sopra la stessa obiezione la risposta di Paolo VI: “La pietà eucaristica ha una estensione maggiore del breve momento celebrativo della Cena sacrificale del Signore. Il Signore rimane nelle specie sacramentali e questa permanenza non solo giustifica, ma esige il suo proprio culto: specialmente l’ adorazione…” (9 giugno 1971)

E cosa risponde lei a quelli che antepongono l’azione alla contemplazione?

  1. Lo Feudo: L’ adoratore, è certo, antepone l’ unione con Dio all’ azione ma questo non è un danno verso l’ agire ma tutto il contrario. L’adorazione che sale dal proprio cuore non lo isola dal mondo, lo associa al mandato della Chiesa che è quello di Cristo di annunciare il nome del Signore. Non è l’ opera umana ciò che conta ma il lavoro della grazia in lui. Non sarà strumento perfetto del Signore per l’ evangelizzazione del mondo fino a che non si doni a Dio attraverso uno spirito di sottomissione e adorazione.

Benedetto XVI aveva detto: “Senza la forza della preghiera, senza l’intima unione col Signore, ben poco varano le nostre iniziative umane. E’ Dio che salva, noi, il mondo e la Storia…..”

Su questa obiezione, circa il pericolo di separarsi dal mondo per la contemplazione, mai sarà sufficientemente ricordato il passo evangelico di Gesù in casa di Marta e Maria: “Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose; ma una sola è la cosa di cui c’ è bisogno. Maria si è scelta la parte buona, che non le sarà tolta”(Lc 10:41-42). Per non voler per forza svalutare l’importanza dell’azione e vederla anche come necessaria si arrivò a perdere il significato principale che è di esaltare l’ascolto contemplativo e si ha addirittura cambiato l’originale “buona” per “migliore”. Ma la parola greca è agathén che significa buona no migliore! La vera azione evangelica, la più pura carità viene dalla contemplazione. Contemplata aliis tradere, insegnava San Tommaso d’Aquino. E poi abbiamo la testimonianza della santa Madre Teresa di Calcutta sulle sue Missionarie della Carità che non tralasciano mai la loro ora santa davanti al Santissimo ogni giorno e in aggiunta hanno un ramo totalmente contemplativo, a sostegno di tutta l’attività caritativa, con adorazione perpetua all’Eucaristia.

Che cosa suggerisce di fare quando una parrocchia è piccola e vorrebbe avere l’adorazione perpetua?

  1. Lo Feudo: Un ostacolo oggettivo che si può presentare è che la parrocchia sia molto piccola e che sia difficile andare a predicare altrove. Si dovrà analizzare ciascun caso in particolare, vedere quanto tempo occorrerà per la missione (soprattutto per l’ aspettativa che si crea e il ritardo nel mettersi in moto che può scoraggiare alle persone). Ad ogni modo, aver sempre presente che l’Adorazione Perpetua è la migliore opzione e dipende da quanto la si desideri perché è dimostrato che anche la si ottiene in parrocchie anche molto piccole quando si fa una buona campagna, se necessario andando casa per casa. Penso a casi molto particolari come lo è stato Cancelada, che è una contrada di Estepona (nella diocesi di Málaga, Spagna) e anche quella di Timisoara (parrocchia greco cattolica, in Romania che ha già 10 anni di adorazione ininterrotta dove adorano greco cattolici, romano cattolici e ortodossi tutti insieme) e incluso la parrocchia di Madrid, la chiesa Incarnazione del Signore nel quartiere di San Blas. Nel primo caso, Cancelada, siamo dovuti andare di casa in casa perché non si arrivava ad un numero sufficiente di adoratori, tanto piccola è la parrocchia. Sono oramai più dodici anni che funziona.

Perché alcune cappelle chiudono?

  1. Lo Feudo: Moltissimo dipende dalle fondamenta. Se è stata fatta una missione strutturata e si è rimasti tutto il tempo fino all’avvio, catechizzando e istruendo le persone, seguendole e togliendo gli ostacoli, rimanendo sempre presenti, le fondamenta sicuramente sono solide, poiché si è potuto anche fare una buona selezione tra le persone come coordinatori e si è avuto tempo di cambiare quelli che non funzionavano.

Al contrario, se si è improvvisato, se si è tenuto conto solo della buona volontà, ma non si è concimato bene il terreno e non lo si è preparato, non si fece una buona semina (predicazioni) e non si sono ricevute risposte sufficienti per una raccolta (organizzazione) oppure quando si è tenuta una missione ma è stata veloce e senza seguito allora è più che probabile che l’ adorazione decadrà e che si debba abbandonare l’ Adorazione Eucaristica Perpetua.

Per finire, in due parole che è l’Adorazione Perpetua?

E’ un dono di Dio per questo tempo.


Come stare nella casa di Dio

Pubblicato il 11 Marzo 2016

turiferario

Impariamo a stare nella casa di Dio e quali errori non fare
da Rassegna Stampa

 

Molti vanno in chiesa, ma non tutti sanno di entrare nella casa di Dio. Preparati nell’andare: spiritualmente, mentalmente e con il cuore [quando entri in chiesa fai il segno di croce con l’acqua benedetta che trovi nell’acquasantiera, è il modo con cui ci ricordiamo come siamo entrati nella Chiesa, cioè attraverso il battesimo; se nella chiesa è custodito il Santissimo Sacramento è inoltre necessario fare la genuflessione, cioè piegare il ginocchio destro fino in terra rivolti al tabernacolo, N.d.BB].

 

1) ARRIVARE ALLA MESSA IN ANTICIPO
Recati alla Santa Messa almeno cinque o dieci minuti prima del suo inizio, per prepararti nella preghiera e nel raccoglimento ad una migliore partecipazione al mistero della salvezza.

 

2) GENUFLESSIONE (GINOCCHIO DESTRO IN TERRA)
Entrando in Chiesa, davanti al Signore, inginocchiati, così lo adorerai pubblicamente. Chinare la testa, come oggi fanno molti, è solo un segno di venerazione e non di adorazione come si conviene a Dio. Nella lettera ai Filippesi si trova scritto: “nel nome di Gesù, ogni ginocchio si pieghi, nei cieli, sulla terra e sotto terra”. Non volerti dunque macchiare di grave irriverenza verso il tuo Signore.

 

3) SILENZIO
Osserva, nella casa di Dio, un rigoroso silenzio. Nel luogo sacro non possono essere giustificate le vane chiacchiere. Si può parlare solo per una vera, grave e urgente necessità, per il tempo strettamente indispensabile e sempre e solo sottovoce. Controlla sempre che il tuo telefonino sia spento.

 

4) NO ALLE DISTRAZIONI
Non entrare mai in Chiesa vestito in maniera indecorosa o, peggio, indecente. Mantieni sempre un atteggiamento edificante, non andando in giro qua e là con lo sguardo, non voltandoti a vedere chi entra e chi esce, ma occupandoti solo di parlare con Dio, pensando alle cose di Dio, occupandoti degli affari divini riguardanti il bene dell’anima tua e di quelli che porti nel cuore.

 

5) LA CONSACRAZIONE
Nella Messa, almeno durante la consacrazione, procura di stare in ginocchio ed in assoluto silenzio adorante. Se anche sei fuori dei banchi, sappi che il Signore gradisce molto il sacrificio di stare in ginocchio sulla nuda terra. Sappi che se, senza grave necessità, rimani in piedi, pecchi gravemente di irriverenza verso Colui che si sta umiliando scendendo sull’altare e rinnovando l’offerta del Suo Sacrificio per le mani del sacerdote. Se sei un’anima generosa, prolunga il tempo della tua adorazione in ginocchio per tutta la preghiera eucaristica.

 

6) RICEVERE DEGNAMENTE LA SANTA COMUNIONE
Se vuoi ricevere Gesù nella santa comunione eucaristica, ricorda che devi essere in stato di grazia ed a digiuno da almeno un’ora da cibi e bevande non alcoliche (tre ore dalle bevande alcoliche). Se sei consapevole di aver peccato mortalmente, non accostarti alla santa comunione senza aver prima ricevuto l’assoluzione nel sacramento della Penitenza: commetteresti sacrilegio. Se hai violato le norme sul digiuno, per comunicarti devi chiedere la dispensa al Parroco prima che cominci la santa Messa. Sappi che il digiuno è rotto anche da un cioccolatino, una caramella, un caffè o una gomma da masticare.

 

7) COMUNIONE IN GINOCCHIO
Prima di ricevere la santa Comunione, chiedi umilmente perdono per le tue debolezze e mancanze recitando l’atto di dolore. Accostati a Lui con molto rispetto e riverenza, consapevole che stai andando a ricevere il Signore del cielo e della terra. Ricorda che anche per ricevere la santa comunione, l’atteggiamento più indicato è quello di ricevere il tuo Signore stando umilmente in ginocchio [è necessario comunque almeno un atto di riverenza, ad esempio, la genuflessione prima di arrivare davanti al sacerdote che distribuisce la comunione, N.d.BB].

 

8) RINGRAZIAMENTO
Dopo aver ricevuto Gesù, adoralo, benedicilo e ringrazialo. Tornato al banco, non metterti seduto: hai Dio dentro di te! Non uscire di fretta dalla Chiesa, ma soffermati in silenziosa preghiera, perché Gesù rimane, nelle Sacre Specie, vivo dentro di te, per almeno un quarto d’ora da quando l’hai ricevuto. L’ideale, quindi, sarebbe che ti trattenessi in preghiera ed in ringraziamento almeno per questo tempo.

 

9) ADORAZIONE EUCARISTICA
Quando Gesù è solennemente esposto nell’Adorazione eucaristica, non privarlo della tua presenza. Egli ti sta aspettando per amarti, benedirti, concederti grazie, donarti la sua pace, in cambio di un po’ del tuo amore e del tempo. Sii fiero di rimanere per un po’in ginocchio davanti alla sua divina presenza.

 

10) NO ASSOLUTO AGLI APPLAUSI
Poiché la casa del Signore non è un teatrino e la S Messa non è una performance artistica è raccomandabile evitare di applaudire (anche in occasione di matrimoni, battesimi, funerali, ecc.). [si applaude agli uomini, mentre l’adorazione è il giusto atteggiamento nei confronti di Dio, quindi in chiesa, la casa di Dio, non si applaude mai, nemmeno agli uomini perché siamo qui per adorare e lodare Dio, non per celebrare gli uomini, N.d.BB]

 

Nota di BastaBugie: per approfondire importanti aspetti liturgici e per capire meglio come comportarsi in chiesa si può consultare l’elenco degli articoli che abbiamo pubblicato su questo argomento cliccando nel link qui sotto
www.bastabugie.it


Alcuni pensieri sull’ adorazione

Pubblicato il 11 Marzo 2016

turiferario

Adorare il Signore nella sua presenza eucaristica da lontano e non adorare il Santissimo esposto davanti noi ?
Evidentemente non è lo stesso rimanere in silenzio adorante, in preghiera o magari in contemplazione dove siamo noi esposti alla sua presenza particolare e localizzabile nell’Ostia Santa che essere davanti a una fotografia oppure ad una immagine trasmessa per via telematica.
Il Signore ha scelto di rimanere così sacramentalmente, ossia nella materia che, per dirla in concetti metafisici, rimane in quanto materia per gli accidenti ma che ha cambiato la sua sostanza creaturale per la sostanza di Cristo integralmente nella sua divinità e nella sua umanità.
Mistero insondabile, senza nessun dubbio, che richiama alla nostra fede nelle Sue parole “Questo è il mio corpo”. Questo corpo eucaristico è il nuovo tempio dove dobbiamo adorare, Dio in spirito e in verità. Ricordiamo la domanda della samaritana, dove si deve adorare Dio? Il Signore risponde che è arrivata l’ora (e per san Giovanni l’ora è quella della croce, della glorificazione) in cui non si adorerà più nel tempio di Gerusalemme né sul monte Garizim dei samaritani, ma in spirito e verità. Il Signore non aggiunge altro ma nello stesso Vangelo troviamo l’episodio della cacciata fuori dei cambiamonete e dei commercianti dal tempio di Gerusalemme. Quando i giudei domandarono a Gesù con quale autorità faceva quelle cose, Egli rispose “Distruggete questo tempio, e in tre giorni lo farò risorgere”. Dice san Giovanni che Egli parlava del tempio del suo corpo. Vuol dire che si adora solo in spirito e verità quando si adora il suo corpo eucaristico, l’Eucaristia. L’Eucaristia è il tempio, il nuovo tempio della Nuova Alleanza. Questo anche implica che davanti all’Eucaristia dobbiamo essere in atteggiamento di adorazione e non facendo i nostri compiti o leggendo qualsiasi cosa (ovviamente non è il caso della lettura della Bibbia). Cioè, così detto si applica quando siamo davanti al Santissimo. Avere l’immagine sullo schermo è cosa buona ma non si può dire in senso stretto che sia propriamente adorazione eucaristica. Ancor meno se si sta lavorando. Non è male, non è un dispetto. Ma adorare l’immagine non è proprio adorare. Ciò non vuol dire che non ci siano dei frutti e delle grazie. Certamente se il nostro cuore si unisce nel desiderio con il Sacro Cuore di Gesù ci saranno delle grazie. E’ un po’ come la comunione di desiderio. Non si può fare la comunione per qualche motivo ma si ha il desiderio di farla, allora il Signore sicuramente darà le grazie a quella persona, forse non le stesse grazie ma ci saranno comunque le grazie di cui la persona ha bisogno.


Consigli adoratore

Pubblicato il 9 Gennaio 2016

 

 

CONSIGLI PER L’ADORATORE

 

 

1.    Sei nella cappella davanti a Gesù nella sua Presenza Eucaristica.

 

Entra ora nel tuo cuore, nella parte più intima del tuo essere.

 

2.     C’è silenzio intorno a te. Fai silenzio nel tuo cuore. Fai tacere tutte le voci che ci sono dentro di te, lascia i pensieri inutili. I tuoi problemi, le tue preoccupazioni, le tue angosce, tutto cio’ che ti innervosisce non tenerlo per te ma offrilo a Gesù. Durante questo tempo di adorazione, occupati di Lui e Lui si prenderà cura di te molto meglio di cio’ che potresti fare tu. ChiediGli la grazia dell’abbandono e della fiducia.

 

3.    Posa il tuo sguardo su Gesù Eucaristia. Lascia che parli al tuo cuore, cioè comincia ad amare Colui che per primo ci ha amato.

 

4.     Evita di recitare preghiere solo con le labbra senza fermarti sulle parole che pronunci. Evita di leggere pagine dopo pagine della Scrittura durante il tempo di preghiera.

 

 

Continua a leggere “”


Risposte a Domande e Dubbi sull’Adorazione Eucaristica

Pubblicato il 18 Dicembre 2015

turiferario1- Dio è spirito quindi perché non adorarLo solo in spirito? perché non adorarLo quando si è tra i boschi in silenzio, ecc ?
Perché allora adorarLo anche nell’Eucaristia?

Dio è spirito ma si è incarnato in Gesù e Gesù ci ha lasciato la sua presenza nell’Eucaristia. Per l’altro, è vero che la presenza di Dio pervade tutto il creato e anche oltre il creato, ma è una presenza si potrebbe dire diffusa invece nell’Eucaristia si fa presente di un modo concreto nel Figlio e non avendo divisione in Dio, cioè essendo un unico Dio, quando adoriamo Gesú, vero uomo e vero Dio, presente nel Santissimo Sacramento (‘Eucaristia) stiamo adorando il Padre e lo Spirito Santo insieme al Figlio. Quindi, adoriamo Dio nel modo in cui Lui stesso è voluto essere adorato. Oltre al memoriale della Sua Passione e alla comunione con Lui nel Sacro Banchetto, nell’Ultima Cena il Signore Gesù ci lasciò la Sua Presenza nell’Eucaristia, presenza unica, localizzabile, concreta perché noi avessimo la Sua Persona anche corporalmente (sacramentalmente) con noi, rimanendo così sempre con noi fino alla fine del mondo.

 

2 – Durante la consacrazione viene detto “Prendete e mangiate…..prendete e bevete”, perché allora adorarLo?

L’Eucaristia ci è stata data per essere celebrata e contemplata, adorata, per la semplice ragione che è il Signore Gesù in corpo, anima e divinità, cioè nella sua completa umanità e nella sua divinità. La sua divinità esige la nostra adorazione. Sant’Agostino, Padre della Chiesa, mille seicento anni fa disse: “Nessuno mangia questa carne senza prima adorarla; peccheremmo se non la adorassimo”.

 

3 – Non è sufficiente la Messa dove si adora il Signore e Lo si riceve nell’Eucaristia, perché adorarLo allora al di fuori della Messa?

Perché l’adorazione fuori della Messa permette di intensificare, approfondire, prolungare e anche preparare quei momenti di adorazione vissuti nella Messa.

 

4 – E’ la stessa cosa adorare il Santissimo Sacramento davanti al tabernacolo chiuso o quando invece è esposto ? Perché esporLo ?

Non è lo stesso e questo lo capisce chi adora. Il Santissimo Sacramento è sacramento, vuol dire che il Signore si presenta in un modo corporeo, fisico perché noi possiamo identificare la Sua Presenza. Detto questo in termini metafisici noi abbiamo esperienza sensibile degli accidenti per arrivare alla sostanza che non percepiamo. La sostanza è la Persona di Cristo in tutta la Sua umanità e in tutta la Sua Divinità. Noi sappiamo che Lui è lì presente, davanti ai nostri occhi perché vediamo la Sacra Ostia. Ovviamente se non la vediamo comunque Lui è sempre presente nel tabernacolo. Ma questa differenza è importante perché rientra nella condiscendenza di Dio, del Verbo Eterno che si è fatto uomo e ci ha lasciato Lui stesso nel Pane Eucaristico. E’ parte del suo abbassamento, della Sua kenosi. Se rimaneva soltanto nel piano spirituale ovviamente sarebbe stato molto diverso per noi. Ma così noi abbiamo la Presenza del Signore localizzabile nel tempo e nello spazio. Se noi la nascondiamo pur rimanendo presente non è lo stesso per noi e, per ragione di quella condiscendenza voluta da Lui, sempre per riguardo di noi creature fatte di materia e spirito, è lecito pensare che l’effetto della sua presenza non sarebbe uguale.

 

5 – A volte all’adorazione si pone un limite di tempo perché ci sono prima molte altre cose da fare così ci si riduce molte volte a rinunciare anche solo per pochi minuti all’incontro personale col Santissimo Sacramento, è giusto ?

Non è per niente giusto. Non c’è tempo meglio speso che il tempo che noi passiamo con il Signore in adorazione. Ricordiamo le sue parole rivolte a Marta, la sorella di Maria, perché anziché preoccuparsi di servire lui Maria rimaneva ai piedi di Gesù contemplandolo e ascoltando la sua parola: “Marta, Marta, tu ti affanni e sei agitata per molte cose, ma una cosa sola è necessaria. Maria ha scelto la parte buona che non le sarà tolta” (Lc 10: 41-42)

 

6 – Esiste un limite di tempo per adorare quando si è malati ? Cioè in certi casi è meglio limitare o rimandare l’adorazione eucaristica, ad esempio nelle malattie psichiatriche ? Quando si è affetti da una grave malattia fisica ?

Il limite di tempo è riservato alla prudenza e ad ogni caso particolare. In realtà stare con il Signore se la persona lo desidera o percepisce che lì sta la pace (veramente è dinanzi al Santissimo, dove tutti, sani e ammalati, trovano la pace vera) è un grandissimo bene che non dovrebbe essere risparmiato.

 

7  – Adorare a lungo potrebbe portare al delirio mistico?

Il delirio mistico non c’entra con l’adorazione al Santissimo. Anzi, si potrebbe dire che chi patisce un’infermità spirituale difficilmente sopporta rimanere davanti al Santissimo per un lungo periodo.

 

8 – L’adorazione potrebbe portare ad una chiusura della persona in se stesso? a rifugiarsi in se stesso per fuggire il mondo esterno?

L’adorazione porta a una maggior intimità con Cristo e nella misura che sia adorazione e non altro dà lo slancio per andare al mondo a portare i beni ricevuti (la pace, l’amore, la serenità, la luce, …) agli altri. Inoltre, l’essere esposti alla presenza di Gesù Cristo, al suo sguardo, si manifesta nella persona nell’interpellarsi sulla propria condotta e vita.

 

9 – Potrebbe essere anche a volte una falsa motivazione per entrare in clausura adorandoLo ?

Pur sentendo in momenti di adorazione la chiamata alla clausura deve essa essere sottomessa a discernimento serio e profondo.

 

10 – L’adorazione eucaristica è solo un atto contemplativo e quindi non missionario? Cioè se si è adoratori – contemplativi non si è missionari e viceversa?

Ogni vera missione parte dalla contemplazione in adorazione del Signore, della Sua Persona, della Sua vita. Il Signore prima chiama a Sé e poi invia al mondo per la sua salvezza. San Tommaso diceva “Contemplata aliis tradere”, vuol dire contemplare e portare agli altri il contemplato. Quindi il movimento è prima andare verso il Signore in contemplazione e poi andare al mondo per portare Cristo. L’Eucaristia è in se stessa missionaria. Il Concilio Vaticano II insegna che tutta la vita spirituale della Chiesa ha nell’Eucaristia la sua fonte e il suo culmine. Tutto parte dall’Eucaristia per tutto arrivare all’Eucaristia. La Beata Madre  Teresa di Calcutta diceva: “Noi, le Missionarie della Carità passiamo prima la nostra ora santa con il Signore esposto nel Santissimo Sacramento per poi passare la nostra ora santa con Cristo nel povero”. Dall’altra parte le Missionarie della Carità, tutte hanno le sue ore sante ogni giorno e hanno anche come sostegno una ramo totalmente contemplativo.

 

11 – In adorazione possiamo recitare ugualmente preghiere?

Certamente. Conviene che siano in silenzio per non perturbare gli altri che magari stanno anche loro recitando le loro preghiere oppure sono in dialogo intimo  con il Signore. L’importante è non perdere la consapevolezza che il Signore al quale vanno indirizzate le preghiere è davanti a noi nel Santissimo Sacramento.

 

12 – Molte volte si sente dire che recitare il Rosario davanti al Santissimo Sacramento non è la stessa cosa che recitarlo da solo e che quindi rende più “efficace” la nostra adorazione, è vero?

Come misurare la grazia? Solo il Signore sa l’efficacia di ogni preghiera perché non dipende dove o come la facciamo ma il cuore che mettiamo in essa. Intuitivamente si potrebbe pensare che la recita del Rosario, se meditato  davanti al Santissimo, con la consapevolezza che le meditazioni riguardano il Signore che si sta adorando in quel momento, sarebbe aumentata in qualche modo e che forse quella intuizione sia vera.

 

13 – L’adorazione è una preghiera o una devozione?

L’adorazione va oltre la preghiera e la devozione, molto di più.  L’adorazione è il rapporto immediato, innato che abbiamo con Dio. Adoriamo Dio perché  Lui è Dio.

 

14- L’adorazione eucaristica è una preghiera privata, cioè solo tra me e il Signore?

L’adorazione eucaristica non è una preghiera, racchiude la preghiera come la contemplazione e anche il dialogo ineffabile e senza parole col Signore. E’ un fatto personale ma che coinvolge tutti. Come la conversione che è personale ma in beneficio di tutti.

 

E SULL’ ADORAZIONE PERPETUA

1- Occorrono permessi (ad esempio il permesso del proprio vescovo) per aprire una cappella di adorazione perpetua ?

Ovviamente, il Vescovo sarà informato dal sacerdote responsabile dell’Adorazione Perpetua prima dell’apertura, nel momento della missione, ma dobbiamo ricordare che l’Adorazione Perpetua è incoraggiata, consigliata e promossa dal Magistero della Chiesa e che È un’azione della Chiesa. (Rif. Istruzioni per il Culto Divino Redemptionis Sacramentum n. 140,141; Esortazione Apostolica post-sinodale Sacramentum Caritatis n.66, 67; Lettera della Congregazione per il Clero del 8 Dicembre 2007 sul sostegno spirituale del clero; Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium n.262)

 

2- Se ci sono molti laici favorevoli all’adorazione perpetua, è sufficiente per aprire una cappella di adorazione perpetua?

Questo potrebbe essere l’inizio insieme ad una fervente preghiera ma aprire una cappella di adorazione perpetua richiede una missione, una vera missione in cui sia coinvolto un missionario che possa predicare per raccogliere adesioni e montare la struttura funzionale adeguata che permetta non solo l’avviamento ma anche il sostegno permanente lungo gli anni.

 

3- Potrebbe essere pericolosa l’adorazione notturna in una cappella di adorazione perpetua?

Il pericolo più grande è la paura che intimidisce. Ci sono più di tremila cappelle di adorazione perpetua in tutto il mondo. Alcune di loro in zone pericolose ma non si fermano e non si hanno notizie di incidenti seri contro gli adoratori. Al contrario si sa di zone pericolose dove si è aperta l’adorazione perpetua e la situazione è migliorata sensibilmente.

 

4- In molte parrocchie non si organizza l’adorazione perpetua perché ci sono già tante attività per cui non rimane tempo?

E’ quindi vero che occorrono molte energie per aprire e mantenere l’adorazione perpetua in parrocchia ?

Innanzitutto, l’adorazione perpetua non è un’attività in più ma è semplicemente mettere Cristo al primo posto nella parrocchia e questo vuol dire che sarà lì, nella cappella di adorazione perpetua, dove si trovi il centro della pastorale e dell’attività perché chi agisce è Lui. Poi, il parroco non ha motivo di preoccupazione perché l’adorazione perpetua è stabilita dal missionario e poi la marcia di ogni giorno è nelle mani del coordinamento dei laici e anche questa struttura funzionale è organizzata dal missionario. Quindi non ci sono extra onore per il parroco.

 

5 – Perché molto spesso l’apertura di una cappella di adorazione perpetua non è di immediato consenso?

Per preconcetti oppure per ignoranza su cosa è e cosa significa l’adorazione perpetua. Ma quando si ha l’esperienza tutto cambia e la maggioranza delle persone che si opponevano al principio o che non erano convinte mutano di opinione. Anzi, molti di loro diventano grandi sostenitori.

 

6 – Ci sono sempre state le cappelle di AEP ? Se no , perché e perché ora sì ?

L’AEP si conosce da secoli ma sempre all’interno di comunità religiose. La novità è questa modalità di essere organizzata e portata avanti dai fedeli laici. Pensiamo che il Signore ha voluto darci questa grazia per questi tempi di confusione e di persecuzione a tutto quello che è santo (la famiglia, la vita, il sacro,…) Dove abbonda il peccato soprabbonda la grazia. AEP è la grazia soprabbondante di questo tempo.

 

7 – Perché scegliere di fare l’adorazione perpetua e non una semplice adorazione quotidiana più semplice da organizzare ? La differenza ?

La differenza è che da una parte Dio è sempre adorato così in terra come in Cielo e la cappella è sempre aperta mentre dall’altra parte non si ha tutto ciò. Ricordiamo che è proprio il Signore Gesù Cristo che ci offre il modello di adorazione perpetua. Lui adorava il Padre sempre e passava notte intere in adorazione e in preghiera. Poi, la differenza in difficoltà tra una diurna, se prende molte ore al giorno e la perpetua non è tanta. Comunque il culto dovuto a Dio non deve mai misurarsi in termini di praticità.

 

8 – E’ frequente che le cappelle di adorazione perpetua una volta aperte poi col tempo non abbiano più iscritti e quindi si debbano chiudere?

Non è frequente, anzi è una rarità. Ci sono cappelle con più di cinquanta anni di adorazione perpetua ininterrotta. Certamente, che con il tempo si deve fare un rilancio missionario.

 

9 – Alcuni Dicono:

– Non  prendo  un’ora  fissa  alla  settimana  e  sempre  la  stessa  ma  vengo quando posso e a volte è addirittura più di una volta, di un’ora sola.

Qual’ è la differenza?

Prendersi un’ora col Signore e fare di quell’ora santa, riservata solo a Lui, significa fare una consacrazione del tempo in una sorte di soggezione voluta anche come riconoscenza della Sua Maestà. Mi sottometto a Lui.

L’altro modo è come dire vengo quando voglio, c’è una predominanza dell’io in un’idea falsa di autonomia.


La contemplazione eucaristica

Pubblicato il 18 Dicembre 2015

foto_contemplazione_eucaristicaEstratto da una meditazione di P. Raniero Cantalamessa :

“L’ Eucaristia nostra santificazione”.

“Io guardo lui e lui guarda me”

 

Ma cosa significa, concretamente, fare contemplazione eucaristica ?

 

In se stessa, la contemplazione eucaristica non è altro che la capacità, o meglio il dono di saper stabilire un contatto da cuore a cuore con Gesù presente realmente nell’ Ostia e , attraverso lui, elevarsi al Padre nello Spirito Santo. Tutto questo, il più possibile nel silenzio, sia esteriore che interiore. Il silenzio è lo sposo prediletto della contemplazione che la custodisce, come Giuseppe custodiva Maria. Contemplare è fissarsi intuitivamente sulla realtà divina (che puo’ essere Dio stesso, un suo attributo, o un mistero della vita di Cristo) e godere della sua presenza. Nella meditazione prevale la ricerca della verità, nella contemplazione, invece, il godimento della Verità trovata. (Qui Verità è scritta con la lettera maiuscola, perché la contemplazione tende sempre alla persona, al tutto e non alle parti).

 

I grandi maestri di spirito hanno definito la contemplazione: “Uno sguardo libero, penetrante e immobile” (Ugo di San Vittore), oppure: “Uno sguardo affettivo su Dio” (san Bonaventura). Faceva perciò ottima contemplazione eucaristica quel contadino della parrocchia di Ars che passava ore e ore immobile, in chiesa, con lo sguardo rivolto al tabernacolo e che, interrogato dal Santo Curato cosa facesse così tutto il giorno, rispose: “Niente, io guardo lui e lui guarda me!” Questo ci dice che la contemplazione cristiana non è mai a senso unico. Né è rivolta al “Nulla” (come è quella di certe religioni orientali e in particolare del buddhismo). Sono sempre due sguardi che si incontrano: il nostro sguardo su Dio e lo sguardo di Dio su di noi. Se a volte si abbassa e viene meno il nostro sguardo, non viene mai meno, però, quello di Dio. La contemplazione eucaristica si riduce, talvolta, semplicemente a tenere compagnia a Gesù. A stare sotto il suo sguardo, donando anche a lui la gioia di contemplare noi, che, per quanto creature da nulla e peccatrici, siamo però il frutto della sua passione, coloro per i quali egli ha dato la vita: “Egli guarda me!”.

 

La contemplazione eucaristica non è dunque impedita, per sé, dall’ aridità che a volte si può sperimentare, sia essa dovuta alla nostra dissipazione, sia invece permessa da Dio per la nostra purificazione. Basta dare a essa un senso, rinunciando anche alla nostra soddisfazione derivante dal fervore, per far felice lui e dire, come diceva Charles de Foucauld: ” La tua felicità, Gesù, mi basta!”; cioè: mi basta che sia felice tu. Gesù ha a disposizione l’ eternità per far felici noi; noi non abbiamo che questo breve spazio del tempo per far felice lui: come rassegnarsi a perdere questa occasione che non tornerà mai più in eterno? A volte la nostra adorazione eucaristica può sembrare una perdita di tempo pura e semplice, un guardare senza vedere; invece, quale forza e quale testimonianza di fede è racchiusa in essa ! Gesù sa che potremmo andar via e fare cento altre cose che ci giustificherebbero assai di più, mentre rimaniamo lì, bruciando il nostro tempo in pura perdita. Quando non riusciamo a pregare con l’ anima, possiamo sempre pregare con il nostro corpo (anche se l’ anima è tutt’ altro che assente).

 

Contemplando Gesù nel Sacramento dell’ altare, noi realizziamo la profezia fatta al momento della morte di Gesù sulla croce: “Guarderanno a colui che hanno trafitto” (Gv. 19, 37). Anzi, tale contemplazione è essa stessa una profezia, perché anticipa ciò che faremo per sempre nella Gerusalemme celeste. E’ l’ attività più escatologica e profetica che si possa compiere nella Chiesa. Alla fine non si immolerà più l’ Agnello, né si mangeranno più le sue carni. Cesseranno, cioè, la consacrazione e la comunione; ma non cesserà la contemplazione dell’ Agnello immolato per noi. Questo infatti è ciò che i santi fanno nel cielo (cf Ap 5, 1 ss). Quando siamo davanti al tabernacolo, noi formiamo già un unico coro con la Chiesa di lassù: essi davanti, noi, per così dire, dietro l’ altare; essi nella visione, noi nella fede.

 

Nel libro dell’ esodo leggiamo che “quando Mosè scese dal monte Sinai, non sapeva che la pelle del suo viso era diventata raggiante, poiché aveva conversato con lui” (Es 34, 29). Mosè non sapeva e neppure noi sapremo (perché così è bene che sia); ma forse avverrà anche a noi che, tornando tra i fratelli dopo quei momenti, qualcuno vedrà che il nostro viso è diventato raggiante, poiché abbiamo contemplato il Signore. E sarà questo il dono più bello che potremo fare a essi.


Il valore di un’ ora di adorazione nell’ AEP

Pubblicato il 18 Dicembre 2015

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Un’ ora di adorazione davanti al Santissimo ha sempre un immenso valore dovunque si faccia.

 

La decisione di adorare regolarmente, voglia Dio giornalmente, il Santissimo, è veramente importante e di grande trascendenza per la nostra vita, e per coloro che ci sono vicini, più di quello che possiamo immaginare. In definitiva si tratta di arrivare ad incontrare Gesù Cristo resuscitato e vivo! Invisibile dagli occhi del corpo, ma reale , di una realità che, quando arriva a renderci consapevoli, ci cambia la vita, perché sebbene non lo percepiamo, Lui emana continuamente virtù.

 

“All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva” ha detto Papa Benedetto XVI (Carta Enciclica Deus Caritas est).

 

“Il Maestro è qui e ti chiama”. Se Colui che visse 2000 anni fa in Palestina e “andava facendo il bene e curando gli oppressi dal diavolo”, così come, curando gli afflitti da ogni male, è resuscitato ed è qui, che importante è venire, rispondendo alla sua chiamata, e rimanere con Lui! Forse non ci rendiamo conto che siamo come poveri nel fare il bene, e non ci sentiamo afflitti da tanti mali, fisici o morali, noi stessi, le nostre famiglie, il nostro paese,…… e il mondo intero ?

 

Lo stesso Gesù, in una rivelazione alla Beata Alessandrina M. da Costa (1904-1955), le disse: “parla nel mio nome e riferisci che tutti coloro che riceveranno la Santa Comunione con umiltà, fervore e amore i sei primi giovedì consecutivi e faranno un’ ora di adorazione davanti al Tabernacolo in intima unione con me, gli prometterò il Cielo”.

 

Se il Signore promette questo, nella sua magnanimità e infinita Misericordia, a colui che lo riceve e che lo adora un’ ora”solamente” durante i sei primi giovedì consecutivi, allora quale sarà il valore di riceverlo e perseverare nell’adorarlo un’ ora fino alla fine della vita? Forse, oltre la nostra, salveremo per nostra intercessione, molte altre ? Nostra Madre di Fatima non ci disse che “molte anime si perderanno perché non c’è nessuno che supplichi e si sacrifichi per loro? Sì, solo in cielo ci renderemo conto pienamente del suo valore.

 

Allora, se un’ ora di adorazione è già così importante, il fatto che si faccia nella cappella o chiesa di Adorazione Perpetua, aumenta il suo valore ?

 

Prima di tutto, dobbiamo lasciar perdere l’idea che il valore della nostra ora di adorazione dipenda dallo sforzo o dal sacrificio che ci costa qualche volta, né se fosse nelle ore più centrali della notte o dell’ alba ci avvaloreremmo di qualche merito; neanche nel caso della determinazione del nostro impegno e fedeltà, virtù tanto apprezzate, in questi tempi. Tutto ciò, avendo comunque molto valore, non costituisce più che i “due pani e i cinque pesci”. Che cos’è un’ora o due difronte alle centosessantotto della settimana o davanti alle migliaia della vita che Dio ci regala ? e in definitiva, se abbiamo salute, forze e desiderio, o determinazione e fedeltà per andare ad adorare, a chi lo dobbiamo se non a Lui?

 

No, il vero valore della nostra ora di adorazione è che giustamente non è nostra ma sua, perché l’ abbiamo offerta a Lui e impegnata per Lui. E Lui l’ ha accettata! (lo dimostra permettendo a noi di poterla fare). E chi promise che “né un bicchiere d’ acqua che ho dato a qualcuno di questi miei fratelli più piccoli, rimarrà senza ricompensa”, smetterà di gradire l’ ora fedele che offriamo a Lui direttamente? A Lui, che nessuno lo può vincere in generosità!

 

E soprattutto, permetterà di fare con la nostra piccola ora, con appena questi “due pani e cinque pesci che aveva un ragazzo passante di là”, il miracolo di “dar da mangiare a più di cinque mila uomini” , che tanto desidera fare?

 

La nostra ora di adorazione Gli permette, attraverso l’ Ostia santa esposta permanentemente nella cappella, di diffondere la sua Misericordia a tutta l’ umanità, come disse a Santa Faustina Kowalska, specialmente a tutti coloro che si avvicinano a Lui. E sono cento, mille, sicuro più di cinque mila, quelli che circa in un anno passano, e a molti , a quei pochi che lo desiderano e lo chiedono, “gli darà da mangiare”. Sapendo bene che in caso contrario “cadranno al suolo svenuti lungo il cammino” .

 

Inoltre, facendogli compagnia, fra tutti, durante le ventiquattro ore del giorno, stiamo, nella misura in cui siamo capaci, rispondendo al suo Amore , che lo fece rimanere con noi tutti i giorni – per tutte le ventiquattro ore – ….fino alla fine del mondo !

 

E, semplicemente, venendo giorno e notte, stiamo dichiarando a noi stessi, alla Chiesa e al mondo intero, che crediamo che Lui è qui e che apprezziamo che lo sia, e manifestiamo, e lo dimostriamo a Lui, che è il meglio che ci è successo, che è nostra gioia e felicità,…..che è la difesa della nostra vita, che ci è toccato un lotto bellissimo,…… è magnifica la mia eredità! (Sal 15).

 

P. Justo Antonio Lofeudo MSE

 

CLICCA QUI PER VEDERE IL VIDEO SULL’ADORAZIONE


Norme per l’adoratore

Pubblicato il 18 Dicembre 2015

turiferarioAdora il tuo Signore in silenzio. Nel silenzio del cuore Dio ci ispira e in questo modo ci parla. Il silenzio da anche la possibilità di rispettare il dialogo intimo e le preghiere degli altri.
Puoi trascorrere la tua ora santa di adorazione come desideri, ricordando sempre che sei davanti alla Presenza del tuo Signore e Salvatore.

Suggerimenti: Puoi leggere un passo del Vangelo (nella cappella ci saranno alcune copie del Nuovo Testamento) oppure portare la tua Bibbia e parlare al Signore con qualche salmo (es. 145, 146, 147, .. o il bellissimo Salmo 104) o il Cantico dei tre giovani (Daniele cap. 3 versetti 52e seguenti), o più semplicemente, lodandoLo spontaneamente.

Il Signore è degno di ogni lode, onore, gloria e rendimento di grazie. RingraziaLo per i benefici ricevuti, per il dono della tua vita e per quella degli altri, e per tutti i tuoi amici, familiari, per ogni cosa e soprattutto per questa grazia immensa di poterLo adorare giorno e notte in questa cappella. Vedrai tu stesso quante sono le cose per qui dobbiamo ringraziare e lodare nostro Dio.

Puoi anche parlare con Lui, raccontarGli i tuoi problemi (chiaro che Lui li conosce però si compiace nel vedere che tu Glieli dici e cerchi in Lui la soluzione, la luce , la risposta). Sicuramente avrai molte persone per le quali intercedere. Ricorda che con la tua adorazione puoi riparare i sacrilegi, le bestemmie, gli oltraggi, gli insulti contro Dio, e tutte le offese contro la Santissima Vergine e i santi.

Naturalmente, puoi semplicemente contemplarLo nel tuo silenzio, lasciandoti abbracciare dal suo amore e ricevendo la sua pace. Puoi anche recitare il Rosario , che è come contemplare Gesù con gli occhi e il cuore di Maria. Ricorda sempre che il Gesù che tu contempli è lo stesso che sta realmente davanti a te. E così, per esempio, quando mediti il primo mistero gioioso, tieni presente che quel Gesù che stà davanti a te è lo stesso che si incarnò nel seno della Vergine Maria. Così anche Colui che fu portato da Maria alla casa di Elisabetta o Colui che nacque a Betlemme.

L’ora che passi con il Signore non si misura in minuti ma in grazie, benedizioni, protezione, frutti, maggior intimità e conoscenza di Dio. Il Signore benedice quest’ora e la moltiplica in benefici incommensurabili, e quest’ora che offri a Dio ha un valore di eternità, è la tua ora santa.

Ha detto Papa Benedetto XVI: “Senza adorazione non ci sarà la trasformazione del mondo… Adorare non è un lusso, è una priorità”.

Tieni presente che se la cappella è sempre aperta, giorno e notte, non solo è per te ma anche per altri, magari lontani da Dio, e questo è possibile per il tuo sì. Infatti, chiunque potrà avvicinarsi e rimanere con il Signore quanto e quando voglia e in alcuni casi trovare così la salvezza (ci sono molte testimonianze di persone che s’incontrarono con Dio perché la chiesa era aperta). Tu sei l’anello della catena d’amore e di adorazione che rende tutto questo possibile. Che questa sia sempre una gioia e un ulteriore incentivo per la vostra fedeltà nell’ adorazione. Nella cappella ci sono alcuni libri e opuscoli con preghiere che ti potranno aiutare nella tua adorazione. Trattali con cura.

Sii puntuale al tuo appuntamento con Dio. Se per qualche motivo prevedi di non poter venire alla tua ora, cerca qualcuno che ti possa sostituire. Per questo ti daremo i numeri di telefono degli adoratori della tua stessa ora. Per nessun motivo il Signore, esposto nel Santissimo Sacramento, deve restare da solo. Ci dovrà essere sempre almeno un adoratore alla sua Presenza.

Sostituzione in caso di assenza

Verifica prima di tutto che ci sia un altro adoratore alla tua stessa ora che possa presiedere. Nel caso in cui non ci fosse nessuno, cerca fra gli adoratori della tua stessa ora degli altri giorni della settimana per scambiare l’ora o chiedi a chi fa l’ora precedente o l’ora seguente se potrà fare un’ora in più per te. E’ preferibile lo scambio dell’ ora cosicché l’altro possa prendere la tua ora e tu la sua.

Un’altra via per la sostituzione è di cercare fra i tuoi conoscenti, i tuoi parenti o i tuoi amici. In generale tutto si risolve in un paio di telefonate. Se dopo questi tentativi non hai trovato chi ti sostituisce allora chiama il tuo responsabile d’ora. Ricorda che per facilitare il buon andamento dell’organizzazione è consigliabile prima che tu stesso/a provi di trovare il sostituto.

Non dimenticarti di firmare il registro delle presenze e di indicare l’ora d’inizio e di fine della tua ora. In caso di sostituzione deve farlo anche il sostituto. Questo registro verrà presentato al Signore durante la Messa per l’ anniversario dell’adorazione perpetua.