Emanuela, adoratrice di Reggio Emilia.

Ho voluto dare questa testimonianza, che si riferisce ad aspetti strettamente personali, per dar gloria al Signore, in particolare a Gesù presente nel Santissimo Sacramento dell’ Altare.

Il primo di gennaio di questo anno 2008, nella cappella dell’ Ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, cominciò l’ adorazione perpetua al Santissimo Sacramento. Come tanti altri fratelli e sorelle che hanno offerto una o più ore alla settimana, partecipo puntualmente all’ adorazione arrivando in cappella per rimanere unita a nostro Signore, che si offre ininterrottamente per colmarci di tanta grazia.

Per presentare in maniera esaustiva la mia testimonianza, devo ritornare indietro nel passato, un passato lontano che, tuttavia ha lasciato nel mio cuore e nella mia vita profonde ferite.

Avevo 15 anni quando mia madre e mio padre, dopo molta “violenza”, divorziarono e dopo allora vissero nel più profondo rancore. Senza entrare nei dettagli, confesso che in tutti questi anni mai sono riuscita a perdonare mia madre che si sposò con un altro uomo e che confinò me e mia sorella in un angolo della sua vita.

Con l’ aiuto della grazia di Dio riuscii a riconciliarmi con mio padre tre giorni prima che morisse, nel 1994.

Ritornando al presente, ora vi racconto che grande grazia ho ricevuto davanti al Santissimo Sacramento esposto nella cappella dell’ ospedale.

Da circa 15 giorni ho saputo che mia madre ha una leucemia e che, giusto alcuni giorni dopo, è stata ricoverata, quasi in fin di vita, in questo ospedale. Aiutata dallo Spirito Santo convinsi suo marito che non la visitasse per alcune ore e, appena io arrivai nella sua camera, la alzai (ora pesa pochissimo) e con una sedia a rotelle la accompagnai nella cappella di adorazione (era un poco stordita ma cosciente e accondiscendente).

Quando fummo davanti al Signore (la mamma mi chiese di avvicinarla il più possibile!) lo guardò e io gli offrii tutta la mia sofferenza passata e presente, e insieme pregammo in silenzio. Immediatamente il Signore mi fece capire l’ importanza di chiedere a mia mamma se avesse perdonato il papà (fino a quel momento era tabù pronunciare il suo nome) e lei mi rispose di sì, e pregammo allora per l’ anima di mio padre. Infinita, viscerale era la mia gioia.

Sentii che un oceano di Amore e di gratitudine invadeva il mio cuore e tutta la mia persona. Lasciai che l’ Amore operasse in me e mi aprisse al perdono. Da quanto tempo pregavo per arrivare a perdonare ! In quel momento sentii che la roccia che avevo dentro si dissolveva come neve al sole.

Mia madre, comunque sofferente, era serena e , grazia delle grazie ! decise di confessarsi dopo moltissimi anni che non lo faceva. Proprio in quel momento entrava un sacerdote nella cappella !

Uscii dalla cappella piena di gioia e le persone che mi incrociavano nei corridoi dell’ ospedale al vedermi mi guardavano perplesse.

Sì, ho ritrovato mia madre. Il suo vecchio corpo è marcato dalla malattia ma la sua anima è limpida e pronta.

Forse fra poco ci lascerà, ma sarà in pace e nella speranza.

Sono certa che papà la sta aspettando per abbracciarla ancora una volta e insieme intercederanno per noi sue figlie.

Dopo 30 anni, davanti a Gesù Eucaristia, ho reincontrato la mia famiglia!

Sono sicura che Lui mi aiuterà a rimanere nella sua pace e a perdonare anche quell’ uomo per il quale mia madre ci abbandonò…..PERCHE’ NULLA E’ IMPOSSIBILE A DIO!