Notte Santa e Domenica di Pasqua
con P Justo Antonio Lo Feudo MSE
Ricordo la storia di un giovane prete. Mi telefonò, pieno di ansia e di paura: aveva appena saputo di avere un cancro alle corde vocali, che dovevano asportagli tra due settimane. Voleva confidarmi la sua disperazione. Era stato ordinato sei anni prima. Mentre pregavo con lui, sentii che il Signore desiderava che gli parlassi dell’Eucaristia. “Padre” dissi, “io posso pregare con lei adesso al telefono, e lo farò, ma questa mattina lei non ha incontrato forse Gesù? Non lo incontra ogni giorno?”. Non sapevo che quel prete non celebrava la Messa quotidianamente. “Padre”, continuai, “proprio ogni giorno, quando dice la Messa, quando prende l’ostia santa e la mangia, lei s’incontra con Gesù. Alla donna del Vangelo bastò toccare l’orlo del mantello di Gesù, ma lei tocca Gesù stesso e lo riceve nel suo corpo. Si ciba di Lui. Si rende conto che Gesù stesso passa proprio attraverso la sua gola? Non c’è nessuno meglio di Gesù a cui rivolgersi. Chieda lei stesso a Gesù di guarirla”.
Quello che è per me rimanere davanti a Gesù vivente nell’Eucaristia
non posso dirlo a parole. Vorrei potervi rimanere di continuo. E’
vero che mi segue ovunque, mi parla, mi tiene occupata di Lui fin
nel parlatorio, ma in cappella è un contatto, una comunicazione ben
diversa. Allora sono proprio nel mio centro, nel mio cielo! (Diario
167). Suor Maria Costanza del Sacro Costato
leggi l’opuscolo qui sotto:
(Toscana Oggi 31 gennaio 2021)
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Ha fatto molto rumore un’opera del XVII secolo: la “Compagnie du Saint-Sacrement”. Ha riunito un’élite di oltre 4.000 persone. Molière lo affrontò con verve e sarcasmo, definendolo la “cabala dei devoti” e vedendolo solo come una riconquista oscurantista. La realtà era molto diversa. Quest’opera è nata da una luce speciale ricevuta da un laico, il Duca di Ventadour. Con padre Philippe d´Angoumois, padre Suffren e padre Condren, si misero al lavoro alla fine del 1629. Il nome della confraternita si affermò gradualmente: Compagnia del Santissimo Sacramento. Ha preso per il suo blasone una figura della Santa Ostia al sole, e per il motto: “Lode al Santissimo Sacramento dell’altare”. L’obiettivo era chiaro: “onorare e far onorare ovunque il Santissimo Sacramento dell’altare e procurare in tutti i luoghi e in ogni momento che gli rendiamo, con tutti i mezzi possibili, tutto il culto, l’onore e la riverenza. che sono dovute alla sua divina maestà ”. Il Corpus Domini è la festa della Compagnia. Un corollario diretto della vita profondamente eucaristica di questa Compagnia: il servizio ai più poveri. I confratelli non solo praticano l’elemosina individuale, ma organizzano anche diverse opere di carità che raccolgono somme colossali per diverse azioni. Comprende la costruzione di ospedali e il finanziamento di missioni estere. Questa impresa in crescita fu soppressa dal re nel 1660. Ma i frutti che portò tra il 1630 e il 1660 furono numerosi e sopravvissero alla sua soppressione. La Compagnia del Santissimo Sacramento ha influenzato molti membri a introdurre nuove manifestazioni di pietà verso Gesù nelle loro parrocchie.
Dal XVII secolo, la pratica dell’adorazione perpetua si diffuse in alcune comunità religiose come quella di Madre Mechtilde (Catherine de Bar), fondatrice delle Benedettine del Santissimo Sacramento. Nel 1837, Roma approvò l’adorazione perpetua.
Di Javier Navascués, InfoCatolica, 20 gennaio 2021
Padre Justo Antonio Lofeudo, appartenente all’ Ordine dei
Missionari del Santissimo Sacramento, comunità che
promuove l’ Adorazione Perpetua, in tutto il mondo, viaggia per
la Spagna e per il mondo intero promuovendo l’ apertura di
cappelle nelle quali, ventiquattrore su ventiquattro, viene
esposto il Santissimo Sacramento, con una numerosa équipe
di fedeli che —organizzati in rigorosi turni— lo accompagnano
giorno e notte, adorando, riparando e consolando,
permettendo così a molti altri di venire a pregare in qualsiasi
momento, perché la cappella è sempre aperta. In questa
intervista analizza l’ accelerazione del processo anticristiano
nel mondo a causa della cosiddetta pandemia.
Come descriverebbe la situazione di mancanza di
libertà in cui viviamo?
Viviamo una situazione che si potrebbe definire onirica, al
centro di un incubo. A partire da questa pandemia e da
questo virus. All’ improvviso un’ organizzazione mondialista
ridefinisce il termine pandemia, poi compare un virus che
ha un potere mai conosciuto prima: è letale ma non più di
altri virus e molto meno di alcuni; tuttavia, nessuno lo
eguaglia nel potere politico e mediatico. Da quando è
“In questo periodo così difficile l’Eucaristia sia al centro di tutto. Perché solo l’Eucaristia è la strada per la salvezza del mondo e per la vita del mondo”.
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