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L’adorazione eucaristica (3°)

tratto dal libro “Adorazione” di P. Serafino Tognetti

Tu sei Tu ed io sono io. Tu sei Dio e io sono un uomo.
L’adorazione indica e riconosce la presenza del Signore dentro di noi e al tempo stesso la nostra umiliazione. Adorare vuol dire essere salvati da Dio, sopraffatti da Lui e salvati.
L’adorazione non è staticità, ma un venire di Dio. Mi sembra tutto fermo, in chiesa, davanti all’ostensorio immoto; ma non è così: Egli viene. Ed io sono contento. Guardo il Signore sprofondando nel mio nulla; i miei pensieri, le mie presunte grandezze non esistono più.
Semplicemente lo guardo, contento che Dio mi abbia già salvato.


Diceva padre Barsotti: “Sono contento che Dio sia Dio”. Può sembrare strano… forse io vorrei qualcosa di più, un riconoscimento. No, ti basti che Dio sia Dio, perché se Dio è Dio, vuol dire che è il tuo Salvatore. Io contemplo la sua azione; ecco perché la dichiarazione “Tu sei Dio” è la dichiarazione più elevata che possiamo fare.
Una volta sentii dire che che la preghiera più importante, dopo il Padre Nostro, è il Credo, che non sembra proprio una preghiera.
Il Credo è una serie di dichiarazioni: credo in questo, credo in
quello, ecc.
Nel Credo in realtà io contemplo Dio nella sua verità. E siccome Dio è salvatore, mentre affermo chi Egli sia, devo anche credere che Egli viva ciò che dichiaro. Allora sì: il Credo è un atto d’adorazione strepitoso.
Se siamo un po’ aridi durante l’adorazione, proviamo a recitare lentamente: “Credo in Dio padre onnipotente, creatore del cielo e della terra…”.

Basta questo; poi ce lo ripetiamo alcune volte. Gli diamo gloria, perché è la sua azione. “Credo in Gesù Cristo suo figlio, il quale morì e fu sepolto…”. Fermiamoci su questa frase. Voi mi dite: son cose che so già, non mi danno niente. No, danno a Dio

di essere Dio, di venire a noi e toglierci tante fantasie. Sappiamo: ci sono persone che propongono sempre cose nuove, forme originali di Dio. Ecco il fantasma! Quando uno inventa cose nuove fategli recitare il Credo; se vi obietterà che si tratta di cose
vecchie e risapute, rispondete che invece il Credo è attualissimo: è la dichiarazione che Dio è Dio e io sono io.
……L’adorazione è l’attività più importante della Chiesa, dopo la Santa Messa, perché ci mantiene umili e ci fa rimanere nel nostro nulla. Quale atto più grande di questo?
Jean Lafrance afferma che saremo veramente umili solo in Paradiso, perché per essere umili bisogna essere in due. Da soli non ci si può riuscire pienamente, a meno di non dire come quel certo padre del deserto:
“In quanto a umiltà, non mi batte nessuno!”. Io sono umile se guardo Gesù. Contemplando Lui, capisco chi sono ed in Paradiso adoreremo il Verbo di Dio, l’Agnello immolato, godremo finalmente di essere nulla perché Cristo sarà pienamente in noi.
L’uomo umile lascia che Dio sia. Diceva san Tommaso d’Aquino: “L’attività dell’uomo consiste nella sua passività”.
Sembra una contraddizione, in realtà non vi è azione cristiana che non sia permeata da una precedente accoglienza della vita divina in noi. Madre Teresa di Calcutta iniziava la giornata, con le sue suore, con un’ora di adorazione al Santissimo Sacramento, poi andava alle sue attività. Prima Dio, poi le faccende del giorno… Ma non sei tu che fai. Durante l’adorazione Dio è venuto a me, ed è Lui che fa in me. Poi esco e vado verso le acque agitate, dato che nel mondo le onde delle prove sono
molto mosse.

Posso andare serenamente perché ho imparato la lezione: il Signore è in me, quando avrò timore volgerò lo sguardo e vedrò Gesù che viene in mio soccorso correndo sollecito sulle acque.

continua…