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Quasi contemporaneamente alla beatificazione di Carlo Acutis, la Chiesa ha proclamato beato un altro giovane, che aveva sacrificato la sua vita all’età di 19 anni per proteggere il Santissimo Sacramento durante la guerra civile spagnola.

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“Dio è con me”, con queste parole salutò sua madre Joan Roig i Diggle, un alumnus della scuola dei Padri Scolopi della Catalogna, la sera dell’11 settembre 1936. Il ragazzo di soli 19 anni fu rapito da soldati armati poco dopo il suo addio. Fu portato al cimitero di Santa Coloma, dove fu ucciso di cinque colpi al cuore e uno alla testa. Prima di morire disse ai suoi assassini: “Che Dio vi perdoni come io vi perdono”.

Sogni, realtà, distruzione

Il ragazzo catalano fu allievo dei Padri Scolopi Ignacio Casanovas e Francesco Carceller, martirizzati durante la guerra civile e dopo beatificati. Il sogno di Joan fu quello di diventare un missionario.
La guerra civile spagnola scoppiò prima della seconda guerra mondiale, a seconda delle stime il massacro portò alla morte di 800.000 persone. Nella primavera del 1931, i candidati repubblicani vinsero le elezioni locali. Re Alfonso XIII lasciò la Spagna e proclamò la repubblica. La chiesa chiese quindi di rispettare la volontà del popolo, ma presto cadde nel mirino delle nuove autorità.

Oltrepassando il limite

Per molto tempo, la Chiesa cattolica – anche se ci fossero delle divergenze con il sovrano – fu fedele alla monarchia. Dopo la caduta del re, iniziò il processo di separazione tra lo Stato e la Chiesa. Nel dibattito costituzionale, il ministro della Difesa Manuel Azaña affermò: “La Spagna non è più cattolica”. Sebbene la costituzione prevedesse la libertà di coscienza, le confessioni religiose furono dichiarate associazione. Inoltre, in ogni caso, la pratica religiosa pubblica fu soggetta all’approvazione del governo. Fu vietato allo Stato, alle province, ai comuni fornire sostegno in qualsiasi forma a qualsiasi chiesa, gli ordini furono posti sotto la supervisione ministeriale, fu vietato lo svolgimento delle loro attività educative ed economiche. Furono sciolti gli ordini etichettati come pericolosi dalle autorità e le loro proprietà furono statalizzate. L’istruzione religiosa fu messa sotto il controllo dello stato.

Chiese in fiamme

Nella primavera del 1931, i conflitti religiosi giunsero al punto che i conventi e le chiese di Madrid e di molte altre città furono distrutti dopo essere stati incendiati. La crisi economica che colpì il mondo nel 1933 fu accompagnata da una grave crisi politica in Spagna con l’ascesa al potere della destra, soffocando nel sangue le manifestazioni di massa. A causa degli atti violenti, il periodo 1934-1935 fu ricordato come “i due anni bui”. Nel 1936, il Fronte Popolare di sinistra vinse le elezioni, ma la destra non accettò la sconfitta e nel paese scoppiò la guerra civile.

Al servizio di Dio

Anche i sacerdoti e le chiese divennero bersaglio di atti sanguinosi. In tali circostanze, un sacerdote affidò a Joan Roig i Diggle un ciborio contenente il Santissimo Sacramento per distribuire l’Eucaristia a quelli che non potevano partecipare alla Messa. Il giovane seppe che stava rischiando la vita con tutto questo, dato che fu perseguitato, come tanti altri cristiani presenti nella vita pubblica e religiosa, dai militanti del movimento marxista.
Joan Roig nacque a Barcellona il 12 maggio 1917. Studiò nelle scuole gestite dai fratelli De La Salle e dai Padri Scolopi. Poiché la famiglia fu in difficoltà finanziarie, dovette trovare un lavoro per poter continuare gli studi.

Martiri del XX secolo

Joan si trasferì con la sua famiglia a Masnou, dove entrò nella Federazione dei giovani cristiani della Catalogna (FJCC), fondata nel 1932 da Albert Bonet, che aveva 8.000 membri prima della guerra civile spagnola. Il ragazzo scrisse articoli per sensibilizzare i lettori riguardo le questioni sociali sulla rivista della FJCC e fu anche chiesto di insegnare religione ai bambini di età compresa tra 10 e 14 anni.
Nel luglio 1936, Joan preparò alcuni membri della FJCC affinché tutti accettassero il martirio con grazia e coraggio, proprio come fecero i primi cristiani. Nelle seguenti persecuzioni intense furono uccisi circa 300 giovani appartenenti all’organizzazione in Catalogna, tra di cui furono quasi 40 sacerdoti. Il centro della FJCC andò a fuoco. La madre di Joan disse che in quei giorni, suo figlio “alleviava il dolore degli altri, incoraggiava i timidi, visitava i feriti e andava agli ospedali ogni giorno per scoprire tra i morti chi dei suoi fratelli era stato ucciso”.

Esecuzione nel cimitero

La notte del 11 settembre 1936, uomini armati apparvero a casa di Joan Roig i Diggle e battettero alla sua porta. Per salvare le ostie consacrate dalla dissacrazione, il giovane le consumò tutte. Fu poi trascinato al cimitero di Santa Coloma, dove cinque proiettili sono stati sparati nel suo cuore e uno nella sua testa.

Al momento della morte del giovane martire, l’allora presidente della FJCC scrisse:

“Quando venne a Masnou, nessuno lo conosceva, ma il suo amore solenne e appassionato
per l’Eucaristia divenne presto evidente. Passava ore davanti al Santissimo Sacramento senza
percepire il passare del tempo. Il suo esempio ha convertito più delle sue parole.”

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La fede vissuta in comunità

La sua beatificazione è avvenuta un paio di settimane fa. Nella messa solenne, il cardinale Juan José Omella, arcivescovo di Barcellona, ha spiegato nell’omelia che il giovane era uno zelante difensore della dottrina sociale della Chiesa cattolica e che ha dato un grande esempio ai giovani di oggi con la sua testimonianza d’amore per Cristo e per i nostri fratelli.
Il Cardinale Omella ha aggiunto: “Joan ci insegna che tutti i cristiani sono chiamati a vivere la nostra fede nella comunità. Nessuno costruisce da solo la propria fede, la fede cristiana è essenzialmente comune.”

Il beato Joan Roig i Diggle è stato sepolto il 7 novembre nella cappella della parrocchia di San Pietro a El Masnou, Barcellona.