testimonianze

Testimonianze di Laici
28 testimonianze

Mara, imprenditrice.

Sono un’ imprenditrice, ho 38 anni e conduco una vita sempre molto occupata.

Molte volte non ho il tempo di fare tutto quello che vorrei fare e tuttavia un’ ora per il Signore me la sono regalata.

La mia fede era vacillante fino ad essere inesistente. Dopo che iniziai a fare la mia ora di adorazione eucaristica qualcosa è cambiato e attorno a me molti sono cambiati. Non riesco ad esprimere in poche parole cio’ che provo rimanendo sola in silenzio davanti al Signore. Ho scelto la mia ora nel mezzo della notte e la gioia e la pace che incontro rimanendo davanti alla sua Presenza non ha confronti. La luce che ho così incontrato, ne sono sicura, è importante e necessaria nella mia vita di cristiana e sono convinta che mai riuscirei a lasciarla .

Un’esperienza scaturita dall’Adorazione all’Arcispedale di Reggio Emilia.

…….Siamo adoratori da 4 anni, rimaniamo in cappella ad adorare il Signore, a intercedere per chi ha bisogno del Suo aiuto…..è un progetto meraviglioso per noi e per tutta la comunità reggiana….
Ma… da tempo vivo una grossa difficoltà.

 

Mentre noi siamo in chiesa al caldo, molti nostri fratelli non hanno un posto dove riposare la notte.

 

Quante volte ho rinnovato l’appello a non aprire la porta a chi non ha il pass, questi sono gli accordi con l’amministrazione ospedaliera per poter tenere aperta la cappella all’adorazione notturna (e capisco molto bene le necessarie ragioni di controllo e sicurezza).

 

Io sono una adoratrice della notte e di queste situazioni ne ho viste diverse e il cuore mi piange… vivere questa contraddizione di pregare e non poter accogliere chi è nel bisogno e al freddo….

 

Non voglio dilungarmi oltre.

 

Tutto è iniziato davanti al Santissimo……ho chiesto il Suo aiuto perché né Lui né san Francesco si sarebbero voltati dall’altra parte in presenza di bisognosi….. quindi che fare?

 

……. Ho inviato una mail al sindaco per sapere come pensava di affrontare il problema dei senzatetto in vista di un calo ulteriore delle temperature, quando ormai non ci speravo più, sono stata invitata ad un colloquio in comune con l’assessore alle politiche sociali e alla fine ecco la risposta:

“in effetti ci sarebbe una casetta per 6 persone, la gestione verrebbe affidata tramite convenzione del comune a Caritas e Comunità Papa Giovanni XXIII ma mancano i volontari”.

 

Bene, mi sono detta, mettiamoci al lavoro!

 

Per poter procedere era necessaria la partecipazione di volontari disponibili per le mansioni più disparate come ad esempio:

occuparsi dell’accoglienza la sera

preparare una colazione calda

dare una mano a riordinare

essere disponibile all’ascolto e alla consolazione…..

La casa, almeno inizialmente, può rimanere aperta solo la notte per l’emergenza freddo.

 

Ho rivolto l’appello agli adoratori ricordando che il proprio turno di adorazione non deve risentire di una eventuale disponibilità a questo servizio di carità, e in pochi giorni hanno aderito 20 persone.

 

L’impegno è quello di aprire la casa alla sera alle 19 accogliere gli ospiti, lasciarli soli e chiudere al mattino alle 8 circa; durante il giorno la casa rimane chiusa.

 

Ci sono delle regole rigide che gli ospiti devono rispettare pena la perdita del posto letto (la pulizia personale e della casa, il rispetto delle regole della convivenza, non fare entrare altre persone …..).

 

La Caritas ha selezionato le persone più tranquille senza dipendenze da sostanze o alcool, che non hanno bisogno di operatori esperti e nemmeno di essere controllati durante la notte.

 

Tutto questo come esperimento per ampliare il numero dei dormitori.

 

Abbiamo avuto una riunione in Caritas la sera di mercoledì 11 gennaio scorso dove ci hanno comunicato che già la sera dopo, ci sarebbero state 6 persone da accogliere……

 

La sera dopo ho visto per la prima volta, insieme agli ospiti, la “casetta” ed ho scoperto che era diversa da quella che mi aspettavo. In realtà, anche se continuo a chiamarla “casetta” sono due stanze e un bagno abbastanza squallidi…

 

La prima settimana è stata molto molto impegnativa.

 

Inizialmente, all’atto pratico ci siamo ritrovate solo in due perché a molti sembrava un impegno gravoso, e guardando negli occhi queste persone non ci siamo tirate indietro e ci siamo impegnate anche a rendere la casa più accogliente.

 

Ho avuto in effetti un momento di scoraggiamento ma ho detto al Signore se lo vuoi, dammi le forze e le persone che mi possano aiutare, questo progetto è per loro e non per un mio tornaconto.

 

In effetti, in breve è arrivata la lavatrice, la tv, un pc, un fornetto, lenzuola, coperte, un armadio….e ………ora siamo in 6 adoratori che ci alterniamo senza fatica e con gioia nel vedere quanto gli ospiti siano tranquilli e riconoscenti.

 

Sono belle persone che cercano lavoro, c’è anche un rifugiato politico iraniano dolcissimo.

 

Ognuno ha la sua storia ma non indaghiamo troppo, come ci è stato consigliato dagli operatori della Comunità papa Giovanni XXIII, per non metterli in difficoltà e per non farci carico di situazioni difficili.

 

Il progetto di accoglienza dovrebbe finire il 31 marzo, perché a quella data scade l’emergenza freddo. Ma se il comune non dovrà utilizzare la casa chiederemo di continuare………..nei miei pensieri c’è l’idea di coinvolgere gli ospiti nell’attività di riqualificazione di strutture e spazi comunali……

ma se ne parlerà più avanti, sempre a Dio piacendo.

 

Mentre scrivo questa testimonianza mi vengono in mente le storie di Madre Teresa di Calcutta, del Curato d’ Ars, di san Francesco d’Assisi e di tanti altri santi che sempre hanno fatto precedere l’Adorazione davanti al Santissimo Sacramento alle loro azioni e le parole di Simone Weil :”Quando Dio vuole donarci una cosa in particolare, Egli ci comanda di domandargliela, persino in modo inopportuno e se noi lo facciamo, Egli ce la concede.Con le nostre suppliche, lo costringiamo a disporre di noi in modo conforme alla sua volontà. Non fa di noi ciò che vuole se non quando lo supplichiamo di farlo. La nostra preghiera quindi è l’ordine che Dio comanda e poi attende per potersi donare a noi”.

 

Che lo Spirito Santo ci aiuti quindi affinchè la nostra preghiera sia conforme a quanto il Signore ci vuole proporre.

Che siamo strumenti utili, umili e docili nelle Sue mani.

 

G.

 

testimonianza sull’Adorazione Eucaristica – BOLOGNA

La mia esperienza di adorazione eucaristica è iniziata nel 2009 presso il Santuario della D.M. di Gherghenzano in provincia di Bologna ed è continuata nella Chiesa di S. Salvatore – Bologna quando si è inaugurata.

 

Ero giunta a Gesù nel 2002 quando a Medugorje ho visto da una immagine di Maria, dipinta da un pittore dopo che Ivan gli aveva raccontato la Sua apparizione, la Croce Illuminata che Lei mostra alle spalle tornando verso il Cielo.

 

La mia Croce era, il sentirmi da tutti separata per cui soffrivo di un’azione faticosa perché senza Amore.

 

Avevo bisogno di risposte, poiché alla mia età tante sono le esperienze di vita accumulate. Mi sono state date tutte.

 

Abbandonando a 22 anni casa e famiglia ho incontrato persone non credenti ed in mezzo a loro dovevo crescere nella Fede e nell’Amore.

 

Mettere Dio al primo posto mi ha permesso di accogliere la mamma di mio marito al momento in cui non era più in grado di vivere da sola.

 

 

In tante tecniche cercavo la vita ed il cambiamento ed a Medugorje mi è stato detto che nessuno può cambiare se stesso e neanche l’altro.

 

E dal Padre Divo Barsotti ho imparato due cose: la prima è che il più grande atto di carità che l’uomo può compiere è adorare Dio, la seconda che va riportata a Cristo ogni realtà creata. Allora ho compreso che era Gesù, già vivo in me che mi spingeva a cercarlo.

 

Adesso quando la mattina arrivando a S. Salvatore incontro anime che chiedono moneta, nel mio sentirmi impotente mi da gioia sapere a chi devo rivolgermi. La manna che scende dal cielo è la crescita del mio spirito Che Lui nel Silenzio, imparando io a fermarmi e ad ascoltarlo, mi permette di fare, perché il mio esserci cambi e l’altro senta un Amore diverso che permette a lui la propria crescita.

 

LINA

Amami come sei-Testimonianza di un’adoratrice BOLOGNA

Per favore ; Grazie ; Perdonami : quelle tre parole che il nostro papa Francesco ci indica come fondamentali per la coppia degli sposi sono, a mio parere, anche quelle che dovremmo usare nel nostro rapporto personale con Gesù. Sono quelle del bambino con la mamma, che si fida e si lascia guidare con abbandono,  senza paura.

Ho scoperto l’adorazione eucaristica a 15 anni. Durante un ritiro spirituale vicino a Parigi, le suore ci chiedero di alzarci di notte a pregare davanti al Santissimo Sacramento. Dovevamo prendere un turno di un’ora di preghiera silenziosa.

 

E cosi arrivai tra le 4 e le 5 del mattino, ancora addormentata, in una cappella nella quale si vedeva soltanto Lui, silenziosissima nel cuore della notte. Fu una scoperta : subito mi trovai abbracciata,  riscaldata e consolata dalla Sua pace, come davanti a un amico, veramente all’Amico per eccellenza. Ricordo ancora che nello stupore e l’emozione gioiosa di sentirmi cosi ben voluta da Dio, trovai davanti a me un testo molto bello, che conservo ancora oggi : « Amami come sei », attribuito spesso a sant’Agostino, anche se probabilmente non è lui  l’autore. Quelle parole mi hanno sempre accompagnato nel cammino della preghiera, perchè sembrano le parole di Gesù all’anima nostra : « IO sono il fedele ! Se tu dovrai soffrire,  IO ti darò la forza ; se tu dovrai lottare,  IO sarò accanto a te. Tu dammi il tuo cuore : IO ti darò di amare molto di più di quanto tu stesso possa desiderare !! Non aspettare di essere santo ! » . Gesù ci promette un amore senza condizioni, che supera le nostre debolezze e i nostri limiti : « Conosco la tua miseria, le lotte, le tribolazioni della tua anima ; la debolezza, le infermità del tuo corpo ; so la tua viltà, i tuoi peccati, i tuoi limiti : però ti dico ugualmente : « Amami, cosi come sei, dammi il tuo cuore » .

Come sicuramente ogni cristiano, ho sperimentato spesso quell’amore nella mia vita, offerto nell’incontro e nel dialogo con Gesù risorto e misericordioso, e che trova un prolungamento naturale nella vita fraterna.

 

Quell’ incontro nell’adorazione eucaristica notturna  fu per me qualcosa di speciale e gioioso, l’inizio di un cammino di fede e conversione.  Cambiò tutto : le mie relazioni familiari e amicali diventarono più serie e profonde, e da allora cominciai davverò a uscire da me stessa per interessarmi agli altri. Capii anche di dover dedicare non solo più tempo alla preghiera e ai sacramenti, alla vita della Chiesa, ma anche il mio studio e futuro lavoro al Signore e agli altri. In un’ora, il Signore ha cambiato la mia vita ! Sia lodato il Suo nome !

 

Da allora, ho cercato e trovato sempre Gesù nel Santissimo Sacramento : durante ritiri spirituali o pellegrinaggi con la parrocchia o da sola, in varie abbazie e chiese. Ricordo particolarmente la bellissima esperienza di preghiera fatta vicino al Cuore di Gesù, nella cappella di Paray-le-Monial dove Gesù apparse a santa Marguerite-Marie Alacoque. Fui portata poi dai miei amici parigini alle notti d’adorazione al Sacro Cuore : l’urgenza di cambiare il mondo con la preghiera e la pratica cristiana ci premeva, seguendo il nostro pastore Giovanni Paolo II. Urge sempre pregare, non solo per noi, ma anche per i bisogni di tutti gli altri e la pace nel mondo : « Vincere il male con il bene » è un programma sempre d’attualità.

 

Ritrovai anche qualche oasi di tranquillità negli studi in diversi luoghi : dalle Suore dell’Adorazione Reparatrice a Parigi, che tengono la cappella aperta per l’adorazione perpetua tutto il giorno, poi, come giovane sposa trasferita in Italia, nella cappella dell’Adorazione perpetua delle Figlie della Chiesa, a due passi del Duomo di Milano, e dalle Clarisse a Rimini. Al mio arrivo a Bologna, capii una volta in più di essere guidata dal Signore : mio marito mi disse che vicino a casa nostra c’era una chiesa che proponeva l’Adorazione eucaristica continua !

 

Cosi scoprii la chiesa del Santissimo Salvatore a Bologna, e con grande gioia ritrovai anche la Comunità di San Giovanni, che avevo conosciuta in Francia : « Non temere. Sono qui e ti amo » . Mi rimaneva un passo da compiere : iscrivermi all’adorazione, ma non mi sentivo ancora pronta a compierlo . A decidermi furono paradossalmente gli eventi terribili successi a Parigi a gennaio scorso : potevamo lasciar fare senza reagire ? Potevo io, come cristiana, rimanere insensibile alla sofferenza degli altri ? Cosi, dopo aver pianto e pregato davanti a Lui (si soffre di essere lontani quando viene colpito il nostro paese, i nostri valori), capii di dover prendere un impegno urgente: iscrivermi per far trionfare la pace, perchè Gesù sia amato, onorato e lodato .

 

Non posso cambiare il mondo, ma posso sempre pregare, e questa preghiera unita a tante altre viene portata nel Cuore di Gesù e cambia davvero le cose, cambia il mio cuore, che diventa capace di toccare anche altri cuori con la sana contagione dell’amore. Cosi capii anche di dover pregare per i tanti cristiani perseguitati nel mondo, e per la pace. L’adorazione mi ha sempre risollevata, anche in momenti bui e difficili come quelli. Gesù guarisce, sana, conforta, è vivo in mezzo a noi,  e vuole anche oggi  aver bisogno di noi, delle nostre mani, delle nostre braccia, della nostra parola, per testimoniare di Lui e del Suo immenso amore. Nell’adorazione eucaristica, si ricevono anche grazie di perdono per chi ci ha fatto del male, forza di guarire e di guardare in avanti oltre al buio, verso la Sua Luce, Pace e Gioia. Si riceve, in ricompensa del nostro abbandono nelle Sue mani, molto di più di quello che osavamo chiedere, perchè Gesù con noi è infinitamente generoso ! Veramente Lui ci guida e accompagna sempre ! « Amami cosi come sei. Voglio l’amore del tuo cuore povero. Se per amarmi aspetti di essere perfetto, non mi amerai mai. ( …) Amo tutto di te : anche la debolezza . Amo l’amore dei poveri ! è il canto del tuo cuore che voglio .( …) Ti ho creato solo per l’amore !!!  Ama : e l’amore ti farà fare fare tutto il resto senza che nemmeno te ne accorga. Cerca solo di riempire d’amore il momento presente. »